Musica, danza e teatro: la loro assenza a scuola pesa
“Diffondere l’insegnamento musicale nelle scuole porterebbe gli studenti a meglio comprendere la storia del nostro Paese, contribuendo alla formazione dei nostri ragazzi anche in termini sociali”: a sostenerlo è stata, i 18 settembre, la senatrice Pd Elena Ferrara nella discussione generale sul decreto sulla Cultura firmato dal ministro Bray. “Una sistematica formazione in musica”, ma anche in “danza e teatro, che oggi in Italia non abbiamo strutturalmente a sistema, aprirebbe – ha detto la democratica – una prospettiva utile perchè garantirebbe un pubblico acculturato, una fruizione critica e consapevole nella produzione artistica”.
Secondo la senatrice Pd il provvedimento approvato sulla cultura rappresenta un primo passo verso questo obiettivo, perchè “risponde all’emergenza del mondo della cultura del nostro Paese, indicando una strada lodevole e virtuosa che può significare molto per tutto il sistema Italia”.
“Il provvedimento – prosegue Ferrara – rappresenta una presa di coscienza significativa per un Paese che non guarda abbastanza al suo patrimonio storico, artistico e intellettuale. Perchè la cultura possa diventare un valore, anche economico, bisogna prima ‘fare cultura’, mettendo a sistema le arti con la formazione. Ben venga quindi il rapporto tra istituzioni scolastiche e dimensione culturale che questo decreto riprende in diversi punti. E’ necessario riconsegnare attività come la musica e il teatro ai più giovani, anche in ambito scolastico”. Un ambiente, quello formativo, dove però ad oggi a partire dalla scuola primaria le attività artistiche (quando sono avviate) vengono affidate ad esperti esterni. I cui costi risultano quasi sempre interamente a carico delle famiglie.