In questa intervista esclusiva, parliamo del ddl sulla scuolacon la senatrice Maria Mussini del Gruppo Misto
Domanda
Nei prossimi giorni dovrebbe iniziare in Parlamento l’esame del ddl sulla scuola. Renzi ha detto che in un modo o nell’altro il Parlamento dovrà stare nei tempi. Che ne pensa?
Mussini
Sui tempi, non abbiamo proprio nulla da imparare. Una legge completa e di iniziativa popolare, infatti, era già depositata in Parlamento da agosto. Dunque, il lavoro poteva partire a settembre scorso, se solo ci fosse stata la volontà politica. Altro discorso, invece, va fatto sulle assunzioni: tutti abbiamo auspicato di procedere con un decreto in virtù dell’effettiva necessità e urgenza della materia.
E’ stato il Governo a non voler procedere allo stralcio.
Domanda
C’è chi sostiene che il ddl non è emendabile e che quindi va respinto al mittente e basta. Qual è la sua posizione?
Mussini
C’è un ragionamento da fare a monte ed è il seguente: una larga parte del disegno di legge riguarda aspetti lavorativi che dovrebbero essere negoziati con le parti sociali. Un lavoro che invece viene lasciato alle commissioni. In perfetta solitudine. Sulla didattica, invece, il provvedimento contempla ben poco e quel poco è subordinato alla carenza di risorse. Insomma è l’intera ratio del provvedimento che non funziona. Per non parlare, poi, delle ben 14 deleghe previste dal ddl e, quindi, del rischio concreto di trovarsi a fine percorso fuori strada. Lontani da un disegno organico sulla scuola.
Domanda
Assunzioni: dalle 150mila iniziali si è passati a 100mila. Che ne pensa?
Mussini
E’ inutile girarci intorno: l’assenza di un decreto e la riduzione del numero delle assunzioni rispetto alle promesse iniziali mettono in luce, sic et simpliciter, l’incertezza delle coperture.
Domanda
Parliamo delle coperture finanziarie. Basteranno i soldi stanziati con la legge di stabilità per fare le assunzioni e tutto il resto?
Mussini
Il problema vero è che la Legge di stabilità non stanzia risorse fresche. Un miliardo, per esempio, è ricavato dal blocco degli scatti di servizio fino al 2018. Non è un caso, d’altronde, che il ddl Renzi-Giannini non sia arrivato in Parlamento, ma sia fermo ancora alla Ragioneria dello Stato.
Domanda
I movimenti, alcuni sindacati e una parte del mondo della scuola confida molto nella LIP. Lei pensa che il Parlamento la prenderà davvero in esame?
Mussini
Io sono prima firmataria al Senato del disegno di legge che ripropone la Legge di iniziativa popolare (Lip) ‘Per una Buona scuola della Repubblica’. Da settembre ne chiedo insistentemente la calendarizzazione. La nostra proposta, nata dal lavoro di chi vive e lavora nel mondo della scuola, non è stata mai presa in considerazione. Con l’approdo del ddl Renzi-Giannini in Parlamento, però, teoricamente dovrebbe esserci un ricongiungimento, visto che la materia è la stessa. Bisognerà aspettare la decisione del relatore e vedere se opterà per il disegno di legge del governo oppure per quello dei cittadini. A lui la responsabilità piena della scelta.
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