Muti ha ringraziato i giovani ”valorosi” che hanno eseguito sinfonie adattate per bande non semplici, i loro insegnanti ”per il modo in cui educano alla musica” e le famiglie ”che hanno creduto che la musica è basilare per il progresso e la cultura del nostro Paese”.
Il maestro Muti è orgoglioso di questa esperienza e lo ha rimarcato con forza: ”L’Italia e la Calabria devono essere fieri”. Poi ha rivolto un invito ai governanti a stimolare la cultura della musica che fa crescere un Paese civile. ”L’Italia e’ il Paese della musica anche se negli ultimi anni sta diventando il Paese della storia della musica”, ha commentato.
Poco prima dell’esecuzione dell’Inno di Mameli, che ha chiuso il programma, ha bocciato categoricamente l’ipotesi che talvolta viene rilanciata di sostituirlo con il ‘Va’ pensiero’ di Giuseppe Verdi. ”E’ un canto di esilio, non mi risulta che gli italiani siano un popolo desolato o esiliato”, ha sottolineato Muti. Per difendere l’Inno di Mameli e capirne la forza, ha aggiunto, ”bastano solo le prime tre parole, Fratelli d’Italia”.
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