“Io sono profondamente grato al mio Paese. All’Italia devo tutto. Per questo mi fa male vederla così. E avverto la necessità di alzare la voce, per segnalare qualche pericolo e qualche opportunità”. Così parla il maestro, in un’intervista con il Corriere della Sera. “L’Italia di oggi non sa più soffrire e non sa più sorridere. Ha smarrito non solo il senso degli enormi sacrifici dei padri, ma anche la loro gioia di vivere. La Spagna è messa peggio di noi, però ha ancora vitalità, joie de vivre, quell’attitudine che un tempo ci rendeva simpatici al mondo e ora abbiamo perduto. A Chicago vedo tanti ragazzi italiani, gente in gamba, che è dovuta fuggire. Non voglio fare il ‘laudator temporis acti’, ho sempre detestato chi diceva: ‘Ai miei tempi’. Ma questo è un Paese malato, molto diverso da quello che sognavamo da ragazzi”.
Grillo “Mi ricorda Iago – continua Muti – che nell’Otello dice: ‘Io non sono che un critico…’. Criticare senza dare soluzioni credibili possono farlo tutti. Se dirigessi un’orchestra dicendo solo quello che non va, non risolverei nulla. Gli italiani si sono stancati della vecchia politica, ma ora hanno bisogno di vedere una luce in fondo al tunnel, e di qualcuno che li guidi verso la luce. Invece sento invocare dittature, ‘il 100% dei voti’: un’avventura che abbiamo già conosciuto, finita malissimo. E poi questo turpiloquio mi fa orrore. Un segno di abbrutimento”.
Il Movimento 5 Stelle replica in una nota: “Apprendiamo dai giornali che il maestro Riccardo Muti avrebbe espresso delle perplessità sul Movimento 5 Stelle, sui valori che lo animano e su quelli che è in grado di esprimere, richiamandosi in particolare ad alcune affermazioni di Beppe Grillo di sicuro impatto emotivo ma il cui senso reale non è in alcun modo da intendersi come viene comunemente interpretato dai critici” (Tg1)
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