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Napoli: 33mila bambini ancora senza refezione

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, si schiera apertamente a fianco delle famiglie dei 33mila bambini che frequentano le scuole comunali e statali, alle quali famiglie era stato garantito, all’atto dell’iscrizione, il tempo prolungato con i servizi di mensa scolastica e che a tutt’oggi, nonostante che l’anno scolastico sia iniziato da oltre due mesi, non hanno ancora potuto fruire per i loro figli di questo servizio.
“Un fatto inaccettabile, stigmatizza Capodanno, moltissime le adesioni che stanno pervenendo sul social network Facebook per l’evento ‘Basta con i ritardi! Subito la refezione per i 33mila bambini delle scuole napoletane’ al link http://www.facebook.com/events/257319024390473“.
Commenti arrabbiati da parte di alcuni partecipanti. “Vergognatevi!“ afferma più d’uno di essi, mentre c’è anche chi chiede le dimissioni del sindaco e dell’assessore al ramo. Intanto la rabbia monta e le mamma dopo aver occupato i locali della municipalità di Chiaia, potrebbero mettere in campo a breve altre forme di protesta che potrebbe allargarsi anche alle altre nove municipalità partenopee.
“Oltre ai problemi della refezione – ricorda Capodanno – per le scuole comunali c’è anche da risolvere il problema della presenza degli insegnanti per poter effettuare le attività pomeridiane. Problema che, al momento, sembra molto lontano dalla soluzione“.
“A pagarne le conseguenze sono le migliaia di famiglie interessate – puntualizza Capodanno – che invece di avere un servizio scolastico garantito anche nel pomeriggio sono costrette a riprendere i bambini tra le 12 e le 12,30. Un evento che, tra l’altro, crea notevoli disfunzioni in tutta l’organizzazione interna specialmente per quelle famiglie, e sono tante, dove entrambi i genitori sono impegnati fuori casa“.
“Una vicenda emblematica che, per quanto se ne sappia, non trova riscontri in altre metropoli italiane”, conclude Capodanno. Una carenza in un settore fondamentale come quello della pubblica istruzione nella scuola primaria, che merita anche l’interessamento della Magistratura.
Redazione

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