Ieri sera, 4 maggio, com’è noto, in seguito alla partita disputata contro l’Udinese, il Napoli Calcio ha vinto lo scudetto, laureandosi Campione d’Italia. Com’era prevedibile, la città intera si è letteralmente tinta di azzurro, il colore della squadra, tra balli, festeggiamenti, cori da stadio e festoni.
Le scuole della città sono state anch’esse travolte da questa coinvolgente marea di celebrazioni per uno scudetto che mancava, nella città partenopea, da ben 33 anni. Come riporta La Repubblica stamattina davanti alle scuole sono in molti ad aver indossato, intonando cori da stadio, sciarpe, bandierine e parrucche azzurre, tra studenti, docenti e collaboratori scolastici.
Su Twitter in molti hanno riportato alcune testimonianze di docenti che sono entrati in classe orgogliosamente con la maglia del Napoli Calcio, anche insegnanti di origine napoletana che lavorano fuori dal capoluogo campano.
Ieri, a Casoria, in provincia di Napoli, come riporta Ansa, alcune suore dell’istituto religioso, le Francescane adoratrici della Croce, hanno imparato gli inni della squadra condividendo i momenti di euforia con gli allievi e studenti del loro Istituto.
”Le sorelle – spiega suor Rosalia Vittozzi, la superiora generale – sono rimaste coinvolte nel clima di gioia che stanno vivendo i ragazzi. Un momento di sano agonismo sportivo che noi non possiamo che alimentare perche il calcio come qualsiasi tipo di sport se seguito e praticato con passio e disciplina contribuisce positivamente nella formazione personale e sociale dei ragazzi”.
”Hanno fatto tutto in gran segreto – racconta divertita la madre superiora – ed io ho lasciato fare, facevo finta di non sentire quei cori da stadio ma poi col passare dei giorni e con il Napoli che non arrestava la sua corsa le sorelle, e gli allievi, sono venuti allo scoperto cominciando anche a portare bandiere e striscioni per addobbare la scuola”. Le sorelle si sono anche organizzate, grazie ad un dono di uno dei genitori degli allievi, per seguire le gare trasmesse in televisione. Da giorni i ragazzi – con il permesso di suor Rosalia – vengono a scuola indossando non la divisa ma le magliette del Napoli. ”Abbiamo aspettato 30 anni questo momento – dice – e voglio che ricordino con gioia questi giorni”.
Purtroppo, però, non ci sono state soltanto manifestazioni di felicità. Purtroppo un ragazzo di 26 anni è morto stanotte, colpito da un’arma da fuoco, e molte persone sono rimaste ferite nel corso dei festeggiamenti tra le strade, tra cui una ragazza di 20 anni di Casoria, che è stata investita mentre si trovava nel marciapiede.
Nel frattempo, sempre stanotte, i muri di una scuola primaria di Varese, la Marconi, sono stati imbrattati da dei vandali con alcune vergognose scritte contro Napoli e i suoi cittadini: “Vesuvio facci sognare” e “Napoli m***a”. Lo riporta il giornale locale VareseNews.
Qualche giorno fa, con una letterina scritta a mano, i piccoli alunni dell’Istituto comprensivo Sauro-Errico-Pascoli di Napoli hanno chiesto al preside di poter presentarsi in classe con i capelli tinti di azzurro in onore della squadra: “La classe IIAp chiede di poter venire a scuola con i capelli azzurri per festeggiare lo scudetto tanto atteso del Napoli. Inoltre la classe chiede l’uscita anticipata come regalo da parte vostra. Confidiamo nel vostro buon cuore. Grazie”, questo il contenuto del messaggio. Il dirigente scolastico, tifoso sfegatato, ha acconsentito dicendo di voler fare altrettanto.
Promessa mantenuta: oggi, 5 maggio, come testimonia una foto pubblicata sul suo profilo Facebook, il preside Piero De Luca si è mostrato con la barba e il pizzetto tinto di azzurro, insieme ai bambini con i capelli tinti dello stesso colore.
Ieri abbiamo riportato la notizia relativa a dei piccoli alunni che hanno deciso di presentarsi scuola per la foto di classe tutti indossando la maglia del Napoli. Domenica ci siamo occupati anche di una docente e di un dirigente scolastico che hanno portato in gita delle classi ai murales di Maradona nel centro del capoluogo campano, nei Quartieri Spagnoli, dicendo di voler unire la didattica al folklore.
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