Antonio Guerra, 15 anni, è il protagonista di Napoli-New York, il nuovo film di Gabriele Salvatores, una fiaba sull’emigrazione ispirata a un soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli. Il giovane attore, che interpreta Carmine, uno scugnizzo napoletano del 1949, ha conquistato il regista premio Oscar grazie alla sua spontaneità e al talento che lo rende già una promessa del cinema italiano.
“È assurdo uscire con un’arma addosso. La vita non si compra”, afferma Antonio in un’intervista a Repubblica, che invita i suoi coetanei a riflettere sul valore delle scelte e delle opportunità. Cresciuto a Casoria, con genitori che gli hanno trasmesso il valore dell’umiltà, Antonio racconta le difficoltà della sua città, ma anche il bisogno di dare speranza: “Non è solo Napoli, è ovunque. Dobbiamo sostenere le famiglie e combattere emarginazione e povertà.”
La sua carriera, iniziata a 10 anni con piccoli ruoli in Chi ha incastrato Babbo Natale? e proseguita in serie come Il Commissario Ricciardi e Mare Fuori, lo ha portato a lavorare con attori del calibro di Pierfrancesco Favino, che Antonio considera un mito. “Vorrei diventare come lui”, dice, con la stessa passione con cui parla di cinema e musica, citando il rapper Geolier tra i suoi idoli.
Antonio continua a frequentare la scuola per odontotecnici, consapevole dell’importanza di un’alternativa: “La scuola è importantissima. Se non dovessi diventare attore, avrò comunque un lavoro. Mamma è casalinga, è venuta sempre con me e la mia sorellina di 8 anni sul set in Croazia o a Trieste, papà è macellaio, nel fine settimana ci raggiungeva”.
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