Al liceo “Vico” di Napoli, preside e collegio dei docenti decidono di sanzionare in qualche modo gli studenti che non partecipano alle prove Invalsi.
Ma a seguito della decisione del ds, movimenti e sindacati di base napoletani prendono una netta posizione.
Con una lunga e articolata lettera indirizzata al collegio dei docenti e alla dirigente scolastica del liceo Vico di Napoli, il Coordinamento Precari della Scuola di Napoli, i Docenti in lotta contro la 107 e i Cobas Scuola di Napoli rendono nota una vicenda legata alla questione delle prove Invalsi.
In data 11 aprile scorso il collegio dei docenti del “Vico” aveva deliberato di comminare sanzioni agli studenti e alle studentesse che si fossero sottratti alla somministrazione delle prove.
Gli estensori della lettera di protesta, rivolgendosi alla scuola, scrivono: “Abbiamo letto, sul sito della scuola, la comunicazione indirizzata alle famiglie a agli studenti delle classi interessate dai quiz, in cui si rende noto che queste asfittiche prove vengono considerate dalla dirigenza come una prassi che ormai è diventata consuetudinaria: ci permettiamo di far presente che la consuetudine non può sostituire né surrogare il giudizio assiologico che la classe docente ha il dovere di esprimere sulle scelte pedagogiche che orientano la società; aggiungiamo, poi, che la reiterazione di un comportamento o di una pratica non ne configura la liceità né la bontà”.
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“Ci rifiutiamo – si legge ancora nel documento – di accettare la logica ricattatoria di istituzioni che pretendono di condizionare l’erogazione dei fondi per l’istruzione pubblica, che dovrebbero essere attinti alla fiscalità generale, alla totale rinuncia alla libertà di insegnamento e di apprendimento”.
Segue una serie di domande, palesemente retoriche: “Come possiamo cadere nel paradosso di punire gli studenti perché si rifiutano di essere conformisti, di essere schedati (è ormai palese e risaputo che i quiz INVALSI non sono affatto anonimi!) e selezionati su base economica? Come possiamo trovare giusto e normativo che vengano coartati nella libera interpretazione dei fatti e degli atti culturalmente connotati? Come possiamo biasimarli per aver compreso che i saperi non si trasmettono e non si misurano mettendo crocette a risposte preconfezionate?”
Le quattro pagine fitte di dichiarazioni e argomentazioni si concludono con l’esplicita richiesta di ritiro dei provvedimenti annunciati dalla preside che, in una comunicazione pubblicata nel sito della scuola, sostiene che gli studenti che si rifiuteranno di sottoporsi alle prove saranno interdetti da tutte le attività extrascolastiche, compresi i viaggi di istruzione.
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