Che la scuola primaria rappresenti uno dei punti di forza dell’istruzione italiana non è una novità. Gli stessi risultati Pirls ce lo hanno di recente confermato: un nostro modello di scuola avvalendosi di più tipologie di maestri ed attività, svolte in molti casi nel tempo pieno, raggiunge da anni risultati altissimi. Fa un certo effetto però ascoltare delle parole di apprezzamento per la scuola elementare pronunciate direttamente dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Parole che, forse non a caso, giungono all’indomani della pubblicazione del decreto legge contenente consistenti tagli alla scuola anche attraverso la "ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola”: in questo quadro (di riduzione delle ore di lezione e quindi di insegnamento) una delle ipotesi più “minacciose” sarebbe quella di tornare addirittura al maestro unico. Un’ipotesi sicuramente impopolare, tanto che il Ministro Mariastella Gelmini si è affrettato a smentirla. Anche perché un ritorno al passato di questo tipo ci priverebbe di quello che viene da tutti e ormai da tempo considerato come il fiore all’occhiello del nostro sistema formativo.
Ad iniziare da Napolitano: "La scuola elementare è di sicuro la parte più viva di tutta la nostra scuola – ha detto il 28 giugno il Capo dello Stato, durante un improvvisato incontro a Capri con autorità e bambini riuniti in un albergo a causa della pioggia, facendo rimandare i festeggiamenti per la riapertura della storica via Krupp – e nella scuola elementare si continua davvero la missione dell’educazione e dell’educazione alla vita, alla Costituzione e alla legalità".
Rivolgendosi a insegnanti e alunni della scuola elementare di Capri IV Novembre, il presidente Napolitano ha poi aggiunto: "Sono qui per dare ancora un’attestazione di stima per gli insegnanti che sono l’anima della scuola elementare. Miei cari bambini – ha detto parlando agli alunni – teneteveli cari, cercate di seguire i loro consigli e di uscire dalla scuola elementare preparati per altre prove che seguiranno nelle altre tappe scolastiche e del sistema educativo". Sembra così chiaro che se il Governo decidesse di mettere mano anche agli organici della primaria dovrà probabilmente vedersela anche con il primo cittadino dello Stato.
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