La scuola italiana ha compiuto in questi ultimi anni ”progressi in senso quantitativo e anche qualitativo”. Progressi che dimostrano come l’Italia ”possa farcela, possa migliorare quando si impegna con sforzi collettivi e condivisi”.
Tuttavia, ”limiti e problemi seri preesistono ed è lungo il cammino da compiere per annullare alcune distanze rispetto ad altri paesi avanzati”.
Napolitano sottolinea i ”progressi straordinari compiuti nel campo dell’istruzione, se penso alle condizioni in cui eravamo quando cominciavo ad andare a scuola”. Detto questo, si chiede retorico il capo dello Stato, allora ”cosa è dunque necessario per far progredire ulteriormente la scuola italiana?”. Innanzi tutto dovrebbe funzionare meglio quello che viene chiamato il “triangolo amoroso” tra insegnanti, studenti e famiglie nella scuola. Purtroppo non funziona ancora abbastanza”. Poi, per perseguire il benessere dell’istruzione, ”servono almeno altri 3 soggetti: una società che creda e pratichi la superiorità dell’istruirsi bene rispetto al contare sulla raccomandazione, un mondo del lavoro che contribuisca alla formazione dei giovani e premi le loro competenze, un’azione pubblica che riconosca il ruolo cardine dell’istruzione e in essa investa idee e risorse”.
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