A mali estremi estremi rimedi e considerato che gli emendamenti, presentati al decreto Milleproroghe per differire per il personale del comparto scuola al 31 agosto 2012 i benefici che la Legge Fornero ha fissati inderogabilmente al 31 dicembre 2011, non hanno avuto seguito, comprese le interpellanze parlamentari, il gruppo sta raccogliendo le adesioni per un ricorso amministrativo in modo di adattare la riforma del governo Monti sulla quiescenza alla specificità previdenziale della scuola, che da sempre dispone di un’unica finestra di uscita.
Il gruppo Quota 96, aggiungiamo per completezza di informazione, è nato nel blog dell’on. Manuela Ghizzoni che ha messo disposizione il proprio sito (nel momento in cui a lei si erano rivolti per ottenere giustizia, dopo la promulgazione del decreto legge Fornero che aboliva le quote stabilite dalla riforma Damiano durante il Governo Prodi) a qualche migliaio di lavoratori della scuola. Rigettati gli emendamenti a favore dei quali anche l’ex ministro della istruzione, Giuseppe Fioroni, era stato favorevole per gli stessi motivi che stanno fomentando l’azione legale da parte dei titolari della quota 96, nel blog il dibattito continua: http://www.manuelaghizzoni.it/?p=29943.
La Ghizzoni fra l’altro non intenderebbe mollare l’azione parlamentare che interesserebbe oltre 4mila lavoratori, anche attraverso un’altra interrogazione da cui sembra attendere risposta dalla Commissione Lavoro e della quale riporta uno stralcio: “il personale di detto comparto ha iniziato l’anno scolastico corrente con il vincolo di concluderlo e, a differenza di tutti gli altri lavoratori, di non poter cessare dal servizio prima del 1° settembre 2012, indipendentemente dalle modifiche intervenute in materia di trattamenti pensionistici. All’avvio dell’anno scolastico 2011/12 (1° settembre 2011) era infatti vigente il sistema delle cosiddette «quote», date dalla somma dell’età anagrafica e dall’anzianità contributiva (legge 23 agosto 2004, n. 243, così come modificata dalla legge 24 dicembre 2007, n, 247) e la eventuale pensione anticipata in base al requisito di anzianità contributiva: in virtù di tale normativa, docenti e personale ata già nei mesi di ottobre e novembre del 2011 hanno presentato domanda di collocamento a riposo e di dimissioni ai sensi del richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 351 del 1998, finalizzata al trattamento di quiescenza ai sensi della legge n. 247 del 2007“.
Anche i sindacati critici sull’intransigenza della ministra Fornero nel riconoscere la specificità del lavoro a scuola.
Dice infatti la Cisl scuola tramite il suo segretario, Francesco Scrima, “il personale della scuola non chiede “umana comprensione”, ma di rimediare a provvedimenti iniqui e discriminanti. Quando chiediamo di spostare al 31 agosto 2012, anziché al 31 dicembre 2011, la data a cui fare riferimento per la maturazione dei requisiti di accesso al pensionamento con le regole precedenti, non rivendichiamo privilegi ma solo di tener conto che i lavoratori della scuola, a differenza di tutti gli altri, possono lasciare il servizio solo e unicamente il 1° settembre, così come dal 1° settembre decorre normalmente la stipula dei loro contratti.”
Di uguale contenuto il comunicato Gilda: “Un ministro che non ritiene un´ingiustizia stoppare il mantenimento delle vecchie regole del sistema pensionistico al 31 agosto per la categoria degli insegnanti dimostra di non avere nessuna idea di come funzioni il mondo della scuola».
Sulle stesse posizioni anche la Flc-Cgil con Pantaleo: “Figuriamoci se il ministro Fornero voglia riconoscere ai lavoratori della scuola e dell’AFAM di essere vittime di una palese ingiustizia che nasce dall’essere gli unici lavoratori che possono usufruire di una sola finestra di uscita (31 agosto e 1° novembre). Della sua umana comprensione non sappiamo che farcene! Ripensi la sua Riforma delle pensioni volgendo lo sguardo alla reale condizione della gente.”
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