“Affermare un modello europeo che si fondi sui diritti sociali, sindacali e su una buona e stabile piena occupazione invertendo la tendenza di questi ultimi anni”. La proposta, riassunta all’interno di un manifesto europeo “contro la precarietà e per l’accesso al sapere”, è stata presentata il 26 aprile a Roma dall’Unione degli studenti Universitari (Udu) e dall’Unef, il sindacato universitario francese.
Primi destinatari del manifesto sono le organizzazioni studentesche europee, ma anche il mondo della politica che, secondo gli studenti, “ha una grande responsabilità verso i giovani”. L’Udu sostiene inoltre che la lotta contro la precarietà e il diritto all’istruzione non ha ormai più vincoli territoriali. “Gli enormi cortei ai quali abbiamo preso parte – ha spiegato Daniele Giordano, tra i leader dell’Udu – dimostrano che i problemi in campo superano i confini francesi”.
L’iniziativa congiunta, alla cui presentazione era presente anche Victor Vidilles, esponente del sindacato universitario francese, nasce proprio sulla scia dell’enorme movimento studentesco, sceso nelle le piazze francesi, e che ha visto manifestare nelle scorse settimane anche l’Udu assieme ai colleghi transalpini per il ritiro del contratto di primo impiego.
Gli studenti italiani hanno comunque colto l’occasione anche per rivolgersi al prossimo governo italiano, auspicando l’abrogazione una serie di leggi e normative, ad iniziare dalla cosiddetta legge Biagi: l’Udu ha chiesto quindi “l’abrogazione della legge 264 che istituisce il numero programmato nell’accesso all’università e la rimozione di tutte le barriere all’accesso ai percorsi formativi; l’abrogazione degli ordini professionali e riforma dell’accesso alle professioni”.
Gli studenti italiani vorrebbero, infine, “la promozione di un sistema integrato di sostegno che preveda borse di studio e servizi pubblici collettivi; il riconoscimento della cittadinanza studentesca, dando voce ai diritti degli studenti attraverso l’approvazione dello Statuto nazionale dei diritti delle studentesse e degli studenti che sia, nel quadro dell’autonomia, legge nazionale”.
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