Nasce il museo virtuale dell’Iraq: seimila anni di storia tra il Tigri e l’Eufrate
Uno strumento digitale interattivo per apprezzare i reperti di seimila anni di storia e comprendere le fasi delle civiltà sorte tra il Tigri e l’Eufrate. E’ la lunga serie di manufatti virtuali, corredati da schede didattiche, filmati, micro-clip e carte geografiche interattive contenute nel museo virtuale dell’Iraq: un’opera multimediale, anche on line, realizzata dal “Consiglio nazionale delle ricerche” su iniziativa e con il sostegno del ministero degli Affari Esteri.
Il Museo raccoglie complessivamente 70 reperti dei quali 40 con ricostruzioni 3D; inoltre contiene 22 filmati e 18 elaborazioni cartografiche di siti archeologici. Collegandosi al sito internet www.virtualmuseumiraq.cnr.it l’appassionato di archeologia si troverà di fronte ad “accessi” in italiano, inglese e arabo; ad accoglierlo sarà il volto enigmatico della Dama di Uruk, capolavoro della civiltà sumerica. Otto sono le sale da ammirare, ciascuna corrisponde ad una fase storica: preistorica, sumerica, accadico–neosumerica, babilonese, assira, achemenide-seleucide, partico-sasanide e islamica.
Ogni ambiente si presenta con un allestimento diverso ed ospita manufatti con tre livelli di approfondimento: una ‘scheda’ illustra il contesto cronologico e culturale a cui appartiene l’oggetto, ed è corredata da un testo descrittivo scientifico; la voce ‘explora’ consente di ammirare la ricostruzione 3D dell’oggetto realizzata fedelmente grazie a sofisticate tecnologie in laser scanner per realtà virtuali; infine, alcuni reperti sono spiegati da un filmato di non più di tre minuti, che racconta una vicenda storica, un ritrovamento o una tecnica artigianale antica.
L’opera è sta presentata il 9 giugno alla Farnesina, alla presenza del ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, del presidente della Camera Gianfranco Fini, del ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, del prof. Roberto de Mattei, vice presidente del Cnr, del segretario generale del ministero degli Affari Esteri Giampiero Massolo e dell’archeologo Massimo Cultraro, ricercatore dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr responsabile scientifico del progetto.
“Questo risultato – ha spiegato Cultraro – è frutto della tecnologia informatica più avanzata, si deve al lavoro di ricerca di un team di ricercatori e tecnici informatici”.
Entusiasta del progetto anche il presidente Fini: “L’idea – ha dichiarato – è nata, dopo gli eventi bellici del 2003, con l’intenzione di offrire a un Paese amico in difficoltà un apporto e una presenza non solo militare, nella convinzione che la ricostruzione di una democrazia non può essere separata dal recupero della identità culturale di un popolo”. Da qui la realizzazione di un’opera in grado di “mettere la comunità scientifica internazionale – ha concluso Fini – nuovamente in condizioni di fruire di un’importante parte del patrimonio culturale mondiale”.