Categorie: Politica scolastica

Nasce il “tutor con riserva”. Unicobas: “Inaccettabile!”

Una nuova figura professionale si aggira nelle scuole: il “tutor con riserva”.

Per ora la novità riguarda le scuole del Lazio ma non è escluso che – nei prossimi giorni – essa si estenda anche in altre regioni.
Di che si tratta?
E’ probabile che all’USR del Lazio, l’idea del “tutor con riserva” sia venuta dopo che la nostra testata – anche a seguito di una denuncia dell’Unicobas – aveva segnalato il curioso caso di un docente di latino e greco assegnato ad un istituto comprensivo e che si era sentito dire che quest’anno non avrebbe potuto svolgere l’anno di prova perchè non si sapeva chi e come avrebbe dovuto individuare il tutor responsabile.
Nella giornata del 10 febbraio è arrivato l’atteso chiarimento dell’USR del Lazio che ha emanato una apposita circolare con la quale viene prorogato al 19 febbraio il termine ultimo per inserire a sistema i nominativi dei tutor assegnati ai diversi docenti neoassunti.
In tal modo “i dirigenti scolastici – recita la circolare  – avranno la possibilità di inserire a sistema anche i docenti assunti con la fase C e contestualmente utilizzati in gradi di istruzione diversi da quelli della nomina in ruolo”.
Tuttavia, ed è questa la novità importante, “per tali docenti, nelle more di specifiche indicazioni, si procederà ad una iscrizione con riserva e si procederà all’assegnazione di un tutor, laddove ancora non avvenuto, nel modo il più possibile coordinato con la classe di concorso del docente interessato e con le attività che lo stesso è chiamato a svolgere”.
“La vicenda ha dell’incredibile
– commenta   il segretario nazionale Unicobas Stefano d’Errico – l’Amministrazione scolastica continua a trattare i docenti come sudditi. E’ inaccettabile che ad un docente si proponga di aspettare un anno per il periodo di prova a causa di norme di legge nate male e applicate ancora peggio. La circolare dell’Usr Lazio è per noi una vittoria, ma non basta: l’idea del ‘tutor con riserva’ è a dir poco strampalata senza considerare che il problema riguarda tanti altri docenti di tutta Italia per i quali ci dichiariamo fin da ora disponibili a dare il nostro sostegno legale”.
“In tutto ciò – conclude d’Errico – c’è anzi da chiedersi cosa stiano facendo i sindacati maggiormente rappresentativi: ma, evidentemente, sono troppo impegnati a concordare con il Miur le modalità di attuazione della chiamata diretta e non hanno il tempo di occuparsi dei tanti problemi di decine di migliaia di docenti”.

Reginaldo Palermo

Articoli recenti

Larimar, secondo gli investigatori modalità del suicidio “anomale”. Si indaga sulla morte della 15enne di Piazza Armerina

Novità sulla vicenda di Larimar, la ragazza 15enne di Piazza Armerina, trovata impiccata a un…

20/11/2024

Troppe lezioni frontali, l’esperto: “I docenti delle superiori svolgano un anno sabbatico nella scuola dell’infanzia” 

A scuola si fanno troppe lezioni frontali? Secondo il Report Didattiche 2024 dell’area Ricerca & Sviluppo…

20/11/2024

Visita fiscale docenti, ecco le fasce orarie

Quali sono le fasce orarie delle visite fiscali per i lavoratori pubblici e, in particolare,…

20/11/2024

Titoli falsi per entrare nelle GPS: 12 indagati tra arresti e sospensioni dall’insegnamento

Un'indagine condotta dai Carabinieri di Cerignola ha portato a una misura cautelare contro 12 persone…

20/11/2024

Scritte contro Valditara al Ministero dell’Istruzione: “104 morti di stato, non è l’immigrazione ma la vostra educazione”

"104 morti di Stato, non è l'immigrazione ma la vostra educazione" e "Valditara non può…

20/11/2024

Valditara: “Mai detto che i femminicidi sono colpa degli immigrati”

Ha fatto molto discutere il discorso che il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara,…

20/11/2024