E’ già polemica sulla composizione della Commissione di lavoro istituita dal ministro Moratti che dovrà indicare criteri e modalità per la definizione del codice deontologico del personale docente.
Gli ambienti laici sono insorti soprattutto perché a presidente onorario della Commissione è stato posto il Cardinale Ersilio Tonini. Dichiara
"Si resta sbigottiti e increduli – ha dichiarato "a caldo" la presidente dei radicali italiani Rita Bernardini – nell’apprendere che il ministro Moratti ha deciso di nominare il cardinale Tonini presidente onorario della Commissione. Se la notizia, come non ci auguriamo, risultasse fondata ci troveremmo di fronte ad un nuovo caso di grave commistione tra pubblica amministrazione e Chiesa in spregio ai valori della laicità dello Stato".
Per parte sua il Cardinale si è già premurato di chiarire che parteciperà ai lavori soprattutto per ascoltare e non certamente per "catechizzare" la scuola.
D’altronde monsignor Tonini aveva già fatto parte a suo tempo della Commissione dei 40 saggi incaricata da Luigi Berlinguer di mettere a punto la mappa dei saperi essenziali per la scuola.
La presidenza effettiva della Commissione sarà comunque nelle mani della amministrazione statale, attraverso Plinio Sacchetto, della Avvocatura di Stato.
Fanno parte del gruppo di lavoro: Paola Zeman (avvocato dello Stato), Carmela Lo Giudice (direttore regionale scolastico in Umbria), Roberto Leoni (ispettore tecnico), Rosario Drago (consigliere del Ministro), Massimo Tocci (dirigente del MIUR), Giancarlo Cappello (dirigente scolastico), Carla Xodo e Giuliano Piazzi (docenti universitari), Giuseppe Savagnone, Alessandra Cenerini, Gianni Merighetti, Marco Rossi Doria, Emilio Brogi, Carlo Cerofolini, Valeria Marcon, Luciana Lepri (tutti docenti), Maurizio Salvi (rappresentante Associazioni Genitori).
Il lavoro della Commissione non sarà facile; si dovranno infatti mettere a confronto sue ipotesi di fondo molto diverse fra di loro: un codice deontologico definito da un Ordine professionale autonomo (come avviene già per altri ordini) o un codice di comportamento "imposto" dall’Amministrazione scolastica sotto forma di legge o di regolamento?
In gioco non è solamente un modo diverso di intendere la professione docente; se dovesse prevalere l’idea di istituire un vero e proprio ordine professionale anche il ruolo dei sindacati potrebbe uscirne molto ridimensionato o almeno modificato.
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