“Auguro di cuore a tutta la grande comunità che è la #scuola, dirigenti, insegnanti, personale amministrativo, tecnico ausiliario, genitori e studenti, un Natale di serenità e di gioia. #natale2022″. A comunicarlo sui social è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Il responsabile del dicastero bianco di Viale Trastevere è stato investito dell’importante carica lo scorso 21 ottobre dalla premier Giorgia Meloni: professore ordinario di diritto romano alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino, Valditara, 61 anni, milanese, ha una lunga carriera universitaria, ma anche politica.
Senatore per tre legislature dal 2001 al 2013 sempre nello schieramento del centro destra (Alleanza Nazionale, e Partito della Libertà). E’ ricordato come relatore della legge 240/2010, la cosiddetta Riforma Gelmini dell’Università. Una legge che è rimasta storica per i tagli al settore.
Pochi giorni fa, in un’intervista a La Repubblica, Valditara ha annunciato misure forti contro la dispersione scolastica: docenti tutor, sperimentazione di classi da dieci studenti, didattica personalizzata, ma anche una commissione di esperti per contrastare il bullismo.
Qualche settimana dopo, al termine del primo incontro, tenuto in remoto, con le organizzazioni sindacali della scuola, il ministro assicurato ai sindacati che avrebbe fatto la sua “parte, anche in sede di Legge di Bilancio, per dare un segnale concreto ai temi avvertiti come prioritari dagli operatori del mondo della scuola, compreso il tema delle retribuzioni e quello della valorizzazione”.
Oltre al nodo da sciogliere sul rinnovo del contratto 2022/24, al momento privo di risorse pubbliche, il ministro dell’Istruzione ha una lunga serie di problematiche da risolvere: reclutamento, formazione iniziale e obbligatoria, riforma del sostegno, stabilizzazione dei precari, adeguamento degli organici, lotta alla dispersione, solo per citarne alcuni.
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