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Natale di pace? No, di litigi

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Natale di pace, di amore, fratellanza? Ma che! Come ogni anno, da qualche anno a questa parte, il Natale porta con sé litigi e scontri tra i sostenitori intransigenti delle tradizioni e  i propugnatori della tolleranza e dell’accoglienza, nonchè di chi non crede affatto all’evento. Come riporta Il Fatto, la prima avvisaglia in una scuola primaria dell’Aquila dove è nata una polemica attorno alla tradizionale “cantata” a causa della lettera di alcuni genitori. Il caso  è stato sollevato dalla Lega di Salvini che ha chiesto provvedimenti nei confronti di “chi decide di vietarci di professare e portare avanti le tradizioni di una comunità intera”.

Altre proteste, sempre dalla Lega Nord, contro la scelta delle insegnanti della scuola di Sorbolo colpevoli di aver adottato una canzone presa da un testo delle “Edizioni Paoline” in cui Babbo Natale “porta un sacco pieno di permessi di soggiorno”.

A Barzanò in provincia di Lecco il prete invece potrà benedire le aule solo fuori dall’orario scolastico. Una decisione della dirigente dell’istituto che ha diviso i genitori.

 

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A Taranto 23 genitori avrebbero scritto una lettera all’Arcivescovo e all’ufficio scolastico regionale per lamentarsi che altri genitori sulla scorta della loro laicità avrebbero chiesto al dirigente di bandire, in occasione della recita, i canti dov’è chiaro il riferimento a Gesù Bambino. Secondo i mittenti della lettera, la recita di canzoni come “Tu scendi dalle stelle” non possono essere considerate attività di proselitismo ma espressione del patrimonio culturale del Paese.

 “Parlando di Natale si parla di una religione ben precisa e lo si fa nella scuola che dovrebbe essere aperta a tutti. Di là delle tradizioni ognuno è libero di festeggiare come vuole ma a casa propria. Ricordare le cerimonie di una sola religione è esclusione. Perché non si fanno le recite a primavera? Non è necessario farle a dicembre, ci sono possibilità infinite per esprimere la creatività dei bambini”, sostengono gli atei e agnostici.

“Non è un parere nostro. Secondo il Tar dell’Emilia Romagna non andrebbero fatte nemmeno fuori dall’orario scolastico”.

Per il Coordinamento genitori democratici, riporta sempre Il Fatto, invece: “I muri della scuola all’inizio sono totalmente bianchi, si riempiono pian piano di simboli. L’arricchimento di questi spazi è crescita. Oggi si ragiona per sottrazioni: “Tu scendi dalle stelle” per qualcuno è la negazione della fine del Ramadan. Non c’è mai la possibilità di pensare ad una somma. La scuola non può andare avanti a colpi di esclusioni. Spiace registrare l’ignavia dei dirigenti che non aprono un dialogo con i genitori. Credo sia possibile fare dei percorsi interculturali dove ci può stare l’uno e l’altro. Lancio un appello: basta con l’aggressione da social network, non perdiamo i nostri bambini in nome di questa battaglia”.