Dopo i fatti della scuola di Rozzano, il cui preside voleva evitare di festeggiare il Natale, anche i pediatri entrano in campo: il Natale è una “festa religiosa che fa bene ai bambini”. “I genitori e gli insegnanti devono presentare il Natale come viene interpretato dalla maggioranza delle persone, e cioè come una festa religiosa che celebra la nascita di Cristo”.
“Questo vale per tutti perché ha una solida motivazione psicologica: i bambini e gli adolescenti hanno bisogno di identificarsi e assimilarsi al gruppo dei coetanei, cioè ai comportamenti dei loro compagni”.
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Per il pediatra, “considerando che la maggioranza della popolazione ritiene che il Natale sia una festa religiosa che viene ricreata attraverso il presepe, è inopportuno che i genitori e gli insegnanti si mettano in minoranza e si autoescludano dal comportamento collettivo, perché si tratta di un atteggiamento a rischio per bambini e adolescenti. Entrambi tendono a comportarsi come i coetanei e dunque si porranno il problema del perché quasi tutti, al contrario della loro famiglia o della loro scuola, pensano che il Natale sia una festa religiosa. Il rischio è che si sentiranno dei diversi o degli esclusi”.