Nella Giornata Mondiale dei diritti dei bambini bisogna riflettere su un dato abbastanza terribile e inquietante: su troppe cartelle cliniche di tanti neonati è già segnata la positività alle sostanze, come se fossero vecchi dipendenti da droghe pesanti.
Si chiama Sindrome da astinenza neonatale (San) e riguarda il 60-80% delle madri che hanno fatto uso di droga durante la gravidanza, in particolare di oppioidi. Un disturbo che è in aumento in tutti i Paesi del mondo. Anche in Italia. Negli Usa nel 2019 sono stati segnalati in un anno più di 21mila casi di San.
Al Fatebenefratelli di Roma nello stesso anno sono stati partoriti 50 bambini in crisi di astinenza su 2.500 nascite.
Esistono infatti, si legge su Vita.it, famiglie dove la droga è di casa, perennemente presente all’interno delle mura domestiche, consumata e a volte lasciata assumere ai figli come passatempo condiviso.
Tuttavia una domanda, scrive sempre Vita.it, bisogna porcela: dove si collocano nella scala delle priorità i diritti di questi bambini e di questi adolescenti? Quando la droga diventa la prima voce nell’elenco delle eredità raccolte dai propri familiari e diventa una ferita aperta, perenne, tramandata di generazioni in generazioni.
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