L’insegnamento, non meno dell’apprendimento, ha bisogno della relazione in presenza per essere efficace. Infatti “docere” non è un mero travaso di conoscenze, ma uno scambio di domande, di dubbi, di risposte interagenti, e anche uno scambio di emozioni che nella DAD è per forza di cose limitato.
Se questo è vero, allora che senso ha far fare all’insegnante non vaccinato la DAD?
È un controsenso.
Per avere una scuola in presenza, visto che non si è fatto niente per avere più spazi, purificatori d’aria anziché limitarsi ad aprire le finestre, sui tracciamenti che il CTS ritiene non necessari e visto anche che sul fronte dei trasporti non c’è stata nessuna novità, l’unica soluzione rimasta fattibile è l’obbligo vaccinale per il personale scolastico e per gli alunni dai 12 anni in su.
Il personale che non aderisce va sospeso anche dello stipendio e sostituito, se il Governo vuole essere coerente.
Per gli alunni si può ricorrere al green pass, così decidono i genitori se vogliono vaccinare i loro figli (non può essere altrimenti, visto che sono minori) e quindi, in casi di contagio di una classe, far fare la scuola in presenza se gli studenti sono vaccinati o in DAD se non sono vaccinati.
Eugenio Tipaldi
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