I precari storici che da ormai più di un anno cercano di far valere i propri diritti di docenti lavoratori, risultati idonei in un concorso pubblico, mediante le azioni del Coordinamento Modifichiamo il Concorso Straordinario Bis, sono seriamente turbati da una situazione a dir poco paradossale che coinvolge non solo i partecipanti al suddetto concorso, ma l’intera categoria dei precari.
Infatti, dopo il tanto sofferto DPCM 4 agosto 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25 settembre 2023, che, sostanzialmente, non ha dato alcuna precisa indicazione sui percorsi da 30 CFU destinati ai triennalisti e ai partecipanti al Concorso Straordinario Bis, il MIM e il MUR non hanno ancora decretato nulla riguardo le modalità di svolgimento di questi corsi, lasciando nel limbo decine di migliaia di docenti che vedono nell’abilitazione una flebile luce nelle tenebre della precarietà lavorativa.
Gli atenei delle varie città italiane, ad esempio l’Università di Genova, cominciano a dichiarare che, mancando ancora le indicazioni ministeriali, i tempi tecnici per l’avvio dei corsi abilitanti sono scaduti, rimandando il tutto all’anno accademico 2024/25.
Inoltre, i docenti precari che fanno capo al Coordinamento, non accontentandosi delle varie dichiarazioni della politica che rimanda sistematicamente all’UE sulle responsabilità relative al reclutamento e alla gestione del problema del precariato, hanno voluto interfacciarsi direttamente con gli organi competenti dell’Unione.
Da questo interpello, avvenuto mediante l’invio di centinaia di richieste di chiarimenti indirizzate agli organismi dell’UE preposti allo scopo della risoluzione di tali problematiche, è emerso chiaramente che “Ogni pubblica amministrazione nazionale è quindi libera di decidere quali siano le procedure di selezione più efficaci per l’assunzione del proprio personale, di stabilire le condizioni di partecipazione, le prove da superare o i criteri di valutazione dei meriti di ciascun candidato, nonché di decidere se le graduatorie risultanti da tali concorsi siano soggette a specifici vincoli temporali”. Tuttavia “è in corso una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per quanto riguarda gli abusi di una successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico e anche nel settore dell’insegnamento”, proprio per la non aderenza del sistema legislativo italiano alla direttiva 1999/70/CE.
A questo punto, preso atto delle risposte dell’Europa, i docenti interessati si chiedono se ci siano, da parte del Governo, le reali intenzioni di eliminare o almeno ridurre il fenomeno del precariato nella Scuola Pubblica, e se questi ritardi nella definizione dei percorsi abilitanti che non permettono agli atenei di attivare i corsi, non siano più che altro dovuti alla volontà di rimandare la risoluzione del problema, magari ad un periodo successivo alla prossima tornata elettorale.
Il cosiddetto doppio canale di reclutamento, a cui la politica e i sindacati avrebbero aperto, almeno a parole, a cosa servirebbe nel momento in cui i precari vengono lasciati marcire in seconda fascia, non dando loro la possibilità di abilitarsi? Sarà per caso la soluzione ad hoc per i soliti noti appena inseriti in prima fascia, grazie ad un “attento” iter legislativo che ha decretato che alcuni concorsi possono essere modificati ed altri invece no? Saranno figli di un dio minore i partecipanti allo Straordinario Bis? E a cosa servirebbe l’ennesimo concorso farsa chiamato, a mo’ di beffa nei confronti dei precari, “Straordinario ter”, quando si presenteranno 600.000 persone, la maggior parte delle quali non ha mai messo piede in una scuola, e proprio per questo ha il tempo di esercitarsi su un’infinità di quiz, mentre i precari ultra decennali sono assorbiti da correzioni di verifiche, consigli di classe, dipartimenti, collegi e così via? Non può essere ancora una volta solo propaganda!
Tutti i precari chiedono, pertanto, che il Governo si assuma le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini, e mantenga gli impegni presi con gli elettori, permettendo che vengano attivati urgentemente i corsi abilitanti, in particolare quelli da 30 CFU per i partecipanti al concorso straordinario bis e quelli per tutti i triennalisti, al fine di affrontare e risolvere il problema del precariato, così come disposto dalle norme dell’UE. Si concedano lezioni 100% online, si apra a tutte le Università telematiche, si riducano i CFU a 5, così come prevedeva il bando per gli idonei dello straordinario bis, ma non si condannino ancora tutti i precari storici a tornare per l’ennesima volta all’ultimo posto della fila. Dov’è la meritocrazia? Dove sono le tanto decantate promesse di rottura con un passato che aveva oppresso i precari?
È finito il tempo delle attese e non è più tollerabile l’utilizzo del futuro da parte della politica, rimandando tutto ad un domani indefinito! È il momento di fare! È il momento di risolvere i problemi! È il momento di dare risposte concrete ai docenti che da anni e anni sorreggono la Scuola con estenuanti sacrifici, mutui sulle spalle e famiglie al seguito!
Si è arrivati al bivio e non c’è una via di mezzo da imboccare, né altro tempo da perdere. La politica di oggi scelga subito se risolvere concretamente i problemi o lasciare dietro di sé il nulla, così come ha fatto chi ha appena ceduto la poltrona. La politica di oggi è obbligata a decidere ora se stare con la Scuola o contro la Scuola!
Il lavoro è un valore fondante del nostro Paese e, come tale, dalle istituzioni va rispettato e non umiliato!
I precari del Coordinamento Modifichiamo il Concorso Straordinario Bis
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