Home Attualità Neet: in Italia sono quasi 2 milioni coloro che non studiano e...

Neet: in Italia sono quasi 2 milioni coloro che non studiano e non lavorano

CONDIVIDI

In Italia, circa 1,7 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano, non lavorano e da oltre 6 mesi non seguono un percorso formativo: lo afferma il Rapporto di ActionAid e Cgil. “Neet giovani in pausa” è il titolo della ricerca, un’analisi sia delle politiche pubbliche adottate fino ad ora per rispondere al fenomeno dei Neet  – Not in Education Employment and Training ma anche dei fondi stanziati per la loro realizzazione, con raccomandazioni per superare l’impatto di divari territoriali, disparità di genere e diseguaglianze sociali ed economiche che caratterizzano la realtà dei giovani in Italia.

L’Italia è il secondo paese nell’Unione Europea con il più alto tasso di Neet (16,1%), preceduto solo dalla Romania (19,8%) e a causa dei fondi non spesi si rischia di dover restituire all’Europa circa 1 miliardo di euro, proprio per il mancato utilizzo delle risorse del Programma Operativo Nazionale – Iniziativa Occupazione Giovani. La somma destinata all’Italia era di circa 2,7 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 con l’obiettivo di reintegrare nel mondo del lavoro i giovani Neet. 

Divari: Sud Italia, giovani donne

Secondo il Rapporto nel 2023 la sono molti di più i giovani Neet nel Sud e nelle Isole (28,4% contro il 11,7% del Nord). La Regione Sicilia ha il tasso di incidenza più alto (32,2%), seguita dalla Campania (31,2%) e dalla Calabria (30,3%). Inoltre, le giovani donne risultano ancora nel 2023 più svantaggiate: sebbene nell’ultimo anno sia stata registrata una decrescita dell’incidenza delle e dei giovani Neet (-2,9%), la quota di giovani donne è aumentata di circa l’1% rispetto all’anno precedente arrivando a toccare il 59%, che aumenta nel caso delle giovani di origine straniera (73%). La quota di donne Neet è rimasta sempre molto alta rispetto a quella degli uomini: le ragazze rappresentano infatti la quota maggiore (65%) di Neet definiti inattivi, ma tra loro il 30% delle giovani dichiara di non essere alla ricerca di lavoro perché impegnata nella gestione dei carichi di cura familiari di minorenni o persone non autosufficienti e il 21% per altri motivi familiari.

Garanzia Giovani

L’Unione Europea ha promosso il primo intervento di politiche attive strutturato con Iniziativa occupazione Giovani (IOG), il principale strumento di attuazione del programma Garanzia Giovani, che in Italia prevede una dotazione finanziaria di circa 2,7 miliardi di euro. Secondo la Ragioneria generale dello Stato a febbraio 2024, i pagamenti certificati ammontavano a 1,6 miliardi, ovvero il 62% dei fondi stanziati

Dall’analisi condotta da ActionAid e Cgil risulta che Garanzia Giovani ha contribuito a reintrodurre nel mercato del lavoro solo il 26% della popolazione Neet del nostro Paese. Ad accedere al programma sono stati il 52% degli uomini di età compresa tra i 19 e i 24 anni, soprattutto quelli residenti nel Sud Italia e nelle Isole. Di questi, il 47,6% ha completato il percorso intrapreso, ma solo il 32% a sei mesi dalla fine del programma risulta occupata/o. Si tratta di una quota che però comprende prevalentemente giovani in una condizione di maggiore privilegio, sono infatti circa il 60% di uomini del Nord ovest, in possesso di un titolo di laurea, rispetto a coetanee/i residenti nei territori del Sud o del Centro e con bassi livelli di istruzione.

Indicazioni e possibili soluzioni

Alla luce dell’analisi svolta, nella parte finale del report ActionAid e Cgil hanno formulato una serie di proposte politiche alla Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, al Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud e alle Regioni.

Tra le proposte quella di mettere al centro dell’agenda politica la questione giovanile, permettendo alle nuove generazioni di esercitare i propri diritti in ambito lavorativo, economico, educativo e sociale