“Ancora un comportamento scorretto dello Stato italiano nei confronti dei precari della scuola: i lavoratori chiamati a supplire il personale di ruolo nelle scuole e sezioni italiane collocate all’estero, percepiscono infatti la metà dell’indennità di sede. E ciò malgrado si tratti di una quota da assegnare a tutti coloro che non sono residenti”. A denunciarlo è l’Anief, aggiungendo che la quota in questione deve essere assegnata prescindendo dal tipo di contratto, a termine o indeterminato, sottoscritto dal lavoratore. Il sindacato sottolinea pure, sempre a proposito del personale collocato all’estero, che ai colleghi di ruolo residenti, pur avendo scelto di percepire lo stipendio di quelli italiani, non viene assegnata l’indennità straordinaria, che ormai à stata inglobata nello stipendio tabellare.
“Nel primo caso – spiega il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – è violata la parità di trattamento sancita dalla giurisprudenza comunitaria, senza alcun ragione oggettiva tale da dissuadere per mesi la nomina di supplenti con gravi pregiudizi per gli studenti. Nel secondo caso è violato il principio della parità retributiva, un concetto di equiparazione tra l’altro ribadito nella sentenza della Corte di Giustizia europea. È uno scandalo che faremo approdare nei tribunali per ottenere giustizia”.
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Inoltre, come nella scuola visitata ad Atene il 17 dicembre dallo stesso Pacifico, non è tollerabile che più della metà del personale sia chiamato come supplente anche se su spezzoni orari, per l’ordinario funzionamento da anni. E che dire del ruolo particolare rivestito da questi centri che si sforzano di alimentare i legami dei nostri concittadini migrati nel mondo e l’immagine della cultura italiana all’estero? Il Governo – ha concluso il presidente Anief – deve intervenire con immediatezza, perché altrimenti saranno anche stavolta i giudici a fare giustizia”. Il sindacato si dice quindi pronto a ricorrere in tribunale.
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