Dall’inizio dell’anno, da un mese quindi, sono già 11 le scuole degli Stati Uniti dove si è consumata una piccola strage, oppure un suicidio in classe, con l’uso di un’arma da fuoco appositamente portata da casa nello zainetto.
Da settembre, dall’inizio dell’anno scolastico, sono 50 i casi del genere: un giorno sì e uno no, per sottolineare una sinistra e drammatica casistica.
Può essere, riporta Agi.it., che nessuno si rende conto di cosa voglia dire tre sparatorie ogni settimana nelle scuole americane? Può essere che nulla riesce a scuotere le coscienze, narcotizzate come sono da “un ciclo di informazioni che ruota sempre più veloce, non dà il tempo di riflettere e di indignarsi?”.
I dati li fornisce uno studio dell’Fbi, che sottolinea anche come l’andamento sia sempre più frenetico: dal 2000 al 2006 i casi registrati di sparatorie erano 16, dal 2007 al 2012 erano già 23.
Si pensa a più esercitazioni da proporre agli studenti, qualora l’aggressore si affacci alla porta della scuola. Oppure a legislazioni che prevedano la concessione di speciali permessi di possesso di un’arma all’interno dei comprensori scolastici, per essere pronti a rispondere.
Ma può essere questa la via? Quando si inizia a sparare già a scuola e in tenera età si è a contatto con le armi, per il futuro non si sa mai come andrà a finire.
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