Potete immaginare un Paese in cui i ragazzi vanno a scuola con piacere, intrattengono relazioni distese con i docenti, ottengono quasi tutti buoni risultati? Se proprio non ci riuscite, vi invitiamo a leggere l’ultimo rapporto dei ricercatori dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che hanno passato al setaccio i sistemi scolastici di oltre 40 Paesi nel mondo, intervistando al passaggio circa 300.000 studenti liceali quindicenni. La novità della ricerca sta nel fatto che, oltre alle competenze in lettura e in matematica, vengono studiati in modo approfondito e comparativo le chiavi psicologiche del successo scolastico. Sul gradino più alto del podio, la Finlandia, seguita da Giappone, Canada e Corea. In questi paesi gli studenti non soltanto ottengono risultati eccellenti in calcolo e comprensione di un testo scritto, ma dichiarano di essere contenti di recarsi ogni giorno in aula, sono soddisfati dei loro professori e studiano con piacere. Insomma, i giovani finlandesi e i loro omologhi d’oltre oceano non si sentono fuori posto a scuola, non scappano al primo suono di campanella, stanno bene nel loro ruolo di studenti. C’è una relazione tra questo modo di vivere la scuola e il buon profitto? Certamente, sostengono i ricercatori, tanto più che in paesi come la Finlandia, è la "filosofia" fondativa del sistema scuola ad essere completamente diversa rispetto ad altri Paesi come la Francia o la Germania: non è prevista la selezione precoce, non esiste quasi la nozione di bocciatura, gli studenti sono sensibilizzati dai docenti a un vero e proprio senso di corresponsabilità nella costruzione positiva del proprio percorso scolastico. Un pò in tutti i Paesi del Nord Europa, inoltre, se un alunno mostra difficoltà d’apprendimento o ottiene risultati insoddisfacenti, sono i docenti che per primi si sentono responsabili dell’insuccesso e che mobilitano tutta la comunità scolastica e familiare per trovare soluzioni.
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