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Nel 2008 record di adozioni: Italia terza al mondo

Se è vero che il numero di alunni stranieri sui banchi di scuola ha raggiunto livelli storici (in base alle ultime rilevazioni sono 574mila unità sfiorando quasi il 6,5% del totale della popolazione scolastica), anche quello delle adozioni di bimbi non italiani comincia a far registrare numeri da record. Nel 2008 i minori stranieri adottati hanno sfiorato quota 4.000 (per l’esattezza 3.977), con un incremento del 16,3% sull’anno precedente: i bimbi che hanno iniziato a far parte di una famiglia italiana sono soprattutto maschi (2.303, contro 1.674 le femmine), la maggior parte sono nati in Ucraina (16,1%, 640 bambini), nella Federazione russa (11,7%, 466) ed in Colombia (10,9%, 434).
I minori adottati sono per il 43,7% (1.738 unità) di età compresa tra i cinque e i nove anni, il 34,5% (1.372) tra un anno e quattro anni, l’11,2% (445 unità) ha oltre dieci anni e il 10% (422) ha meno di un anno.
Il fenomeno non ha niente a che vedere con quelli degli stranieri iscritti ad un corso d’istruzione italiano: se questi ultimi sono in prevalenza rumeni ed albanesi, nella graduatoria dei Paesi di provenienza di bimbi adottati, dopo Ucraina, Federazione russa e Colombia, ci sono il Brasile (9,3%), l’Etiopia (8,5%), il Vietnam (7,9%), la Polonia (6,1%), la Cambogia (4,7%) e l’India (3,6%). Il totale dei minori adottati da questi nove Paesi assomma a 3.133 unità, il 78,7% del totale delle adozioni nel 2008. In ambito internazionale, fra i più importanti Paesi di accoglienza di minori stranieri adottati, nel 2007 l’Italia si è collocata al terzo posto nel numero di minori accolti, dietro Stati Uniti e Spagna.
Gli incrementi sono stati presentati il 20 gennaio a Palazzo Chigi dal sottosegretario Carlo Giovanardi, presidente della commissione per le adozioni internazionali, il quale non ha nascosto che si tratta di “dati che segnano un record”.
Il sottosegretario ha però anche sottolineato che “tantissime famiglie italiane hanno difficoltà ad adottare bambini e si rivolgono ad organismi internazionali, ma questo dipende dalle regole fissate dai singoli paesi. Il tema è molto complesso, non ci sono scorciatoie: per l’Italia il problema è soprattutto morale, adottiamo bambini che hanno bisogno di una famiglia, non soddisfiamo semplicemente desideri di genitorialità. Su questo – ha assicurato – siamo molto rigorosi”.
Giovanardi ha anche affrontato la questione dei costi delle adozioni, in alcuni casi rivelatesi molto salate: “In Italia c’è un monitoraggio attento e rigoroso sul rispetto delle regole da parte degli enti, anche sugli esborsi. Teniamo poi presente che, in particolari situazioni, ci sono deduzioni fiscali e parziali rimborsi”.
Anche se le liste di attesa rimangono lunghissime, le coppie italiane che hanno deciso di adottare un bimbo straniero sono risultate in sensibile aumento: dalle 2.684 del 2007 nell’anno successivo sono diventate 3.165 facendo registrare un incremento del 18%.

Entrando nel dettaglio, nel 2008 il numero maggiore di coppie che hanno adottato si è registrato in Lombardia (712 coppie, erano 594 nel 2007), in Veneto (327 a fronte di 292 dell’anno precedente) e Toscana (316, erano 266). La stesse tre regioni formano la classifica sul maggior numero di minori stranieri adottati, che vede la Lombardia prima con 903 minori, poi la Toscana con 387, quindi il Veneto con 363. Un fenomeno, quindi, che si sviluppa in larga parte nelle zone del Centro-Nord.

Alessandro Giuliani

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