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Nel 2012 tornano i concorsi per docenti?

Il nuovo ministro Profumo nei giorni scorsi ha dichiarato: “voglio riaprire la scuola ai docenti giovani ed evitare di bloccare una generazione di neolaureati che oggi non ha alcuna possibilità di ottenere una cattedra”, chiedendo ai funzionari del Miur di impegnarsi a realizzare nel 2012 una serie di concorsi.
Dopo 13 anni (gli ultimi furono del 1999), quindi, concorsi per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado.
Sono stimati in quasi 300.000 i potenziali candidati: oltre 240mila i docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, da cui invece sono stati esclusi dalla “legge Gelmini” 20mila laureati in Scienze della formazione tra il 2008 e il 2011; poi ci sono i circa 20mila (ma il numero esatto degli ammessi ai corsi non è ancora definito ufficialmente) che saranno formati attraverso il Tirocinio formativo attivo (peraltro, le selezioni per il Tfa, che avrebbero dovuto svolgersi per fine gennaio, sembrano essere slittate e la data quindi deve ancora essere fissata).

In effetti, per soddisfare il fabbisogno di insegnanti negli ultimi 13 anni si è unicamente attinto (assai poco, soprattutto nel recente passato, vista la politica dei tagli) dalle graduatorie, mentre una legge dello Stato prevede che i nuovi insegnanti siano scelti per metà dalle graduatorie e per metà attraverso bandi pubblici (ma certamente occorrerà salvaguardare le attese dei tanti precari – alcuni da moltissimi anni – e non creare nuovi esuberi tra i docenti di ruolo).
E poi il recente intervento sull’innalzamento dell’età pensionabile non agevola di certo: il rischio è che nella scuola i posti di lavoro disponibili si riducano ulteriormente, come giustamente sottolineato dai sindacati, anche durante lo sciopero del 19 dicembre.
Il nuovo ministro, rilanciando l’intenzione di procedere alla “riapertura” dei concorsi, ha messo in rilievo che “oggi l’età media degli insegnanti è intorno ai 40 anni”. Ma come può essere abbassata se l’età pensionabile aumenta e se non si mette subito fine alla politica dei tagli, tornando invece ad investire sulla scuola?

Andrea Toscano

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