Ci sono pure 63 casi morti per tumore sviluppato a scuola tra i 4.500 riscontrati nell’ultimo triennio dall’Osservatorio nazionale sull’amianto per l’esposizione alla pericolosa sostanza.
L’amianto, ancora presente in Italia in tantissimi edifici, è infatti causa diretta dello sviluppo del mesotelioma. E il trend è addirittura in aumento. La onlus ha censito 20.629 casi per il periodo 1993-2011 (tenendo presenti anche i dati del IV Rapporto mesoteliomi, fermo al 2008 e reso pubblico dall’Inail nel 2012), rilevando 4.520 casi per i tre anni dal 2009 al 2011: 1.480 nel 2009, 1.516 per il 2010 e 1.524 nel 2011.
Per circa 15mila di tali casi l’Ona ha individuato specifiche esposizioni ad amianto e torna a insistere affinché si dia corso ad azioni più efficaci di prevenzione e tutela, come quelle indicate nel Piano nazionale amianto della stessa onlus. Tra i casi di mesotelioma censiti dall’Ona i picchi di morti si registrano nell’edilizia (15,2%), nell’industria metalmeccanica (8,3%) e in quella tessile (6,7%). Numerose anche quelle nella difesa militare (621). In numero minore ma non meno preoccupante i casi registrati nel settore della scuola (63).
“Il trend dei mesoteliomi è in continuo aumento – dichiara il presidente dell’Ona, Ezio Bonanni – ed è solo la punta dell’iceberg: tenendo presente che i casi di tumore al polmone sono almeno il doppio e che l’amianto provoca anche altri tipi di tumori (a laringe, ovaie, tratto gastrointestinale, ecc.) e asbestosi, l’Ona stima tra 5mila a 6mila i decessi che l’amianto provoca solo in Italia (più di 110mila in tutto il mondo) ogni anno”.
“E’ necessario – chiede Bonanni – che lo Stato e le singole articolazioni territoriali si attivino, valorizzando le autonomie locali, le associazioni e gli ordini professionali, al fine di elaborare singoli progetti di bonifica, riqualificazione dei territori e ammodernamento infrastrutturale e delle strutture industriali”.
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