Si ritorna a parlare di violenze in un asilo nido e la cosa non ci piace affatto, anche perché i bambini sono affidate a queste strutture nella piena fiducia del buon volere e della professionalità di maestre e titolari. E invece, raccontano le agenzie, le maestre avrebbero giocato a tirassegno con i bambini. Ma ci sarebbero stati anche casi di violenze e maltrattamenti fisici e psicologici.
Per tale motivo, cinque maestri e la direttrice di un asilo nido di Vanzago sono stati raggiunti da una misura cautelare emessa del gip del tribunale di Milano, che nell’ordinanza scrive chiaramente gli insulti e le violenze erano “ad arrecare sofferenze fisiche e psicologiche a bambini in una fascia di età delicata e vulnerabile, aggravate dalla oggettiva impossibilità della vittima di opporre qualunque resistenza”.
Dalle indagini sarebbe emerso “con indiscutibile chiarezza la totale carenza di capacità di autocontrollo” con “una assoluta disinvoltura nel porre in essere in modo sistematico condotte oltremodo censurabili e certamente incompatibili con la natura educativa e con la finalità di cura e assistenza correlate alla professione di ‘educatrici’, ‘maestre'”.
Tuttavia a fare scattare l’indagine sarebbero state le segnalazioni di alcune studentesse di un istituto scolastico di Rho, che avevano svolto uno stage di due mesi tra marzo e l’inizio di maggio 2022 nella scuola. Le stagiste hanno riferito alle proprie docenti degli episodi di violenza fisica e verbale ai danni dei bambini cui avevano assistito in quella struttura.
Una delle stagiste ha rivelato: un pomeriggio “io e un’altra stagista abbiamo chiesto alle maestre di poter far giocare i bambini con le palline di plastica morbida. Ricordo che i bambini si divertivano tantissimo. Durante l’attività ricreativa ho notato che due maestre hanno cominciato a lanciare palline di plastica contro i bambini, anche contro quelli più piccoli che ancora non sanno camminare bene. Quello che mi è rimasto impresso è stato che tra le due era nata una sorta di gara per chi colpiva alcuni punti del corpo associando a ogni punto colpito un punteggio”.
“Oltre ad aver assistito al lancio delle palline mi è anche capitato di vedere entrambe le maestre lanciare contro i bambini le pantofole da loro indossate”.
Inoltre, li sbattevano per terra per costringerli a stare seduti o li svegliavano mettendoli in piedi sollevandoli bruscamente dai fianchi.
Alcuni bambini, anche a causa del soprannumero all’interno della struttura, venivano messi a dormire nei bagni o su materassi nel salone, talvolta completamente avvolti nelle coperte fin sopra alla testa. Se in preda al pianto, venivano ignorati anche per mezz’ora o chiusi nella stanza della nanna finché non smettessero.
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