Alleluja! Anche il supercontestato ministro Brunetta l’ha capito: i lavoratori pubblici – ma anche quelli privati – di una certa età (mi ci metto dentro a pieno titolo, visto che sono un insegnante che va per i 62 anni) non ce la fanno a stare al passo con il profluvio di novità informatico-tecnologiche di cui ogni giorno siamo inondati a bizzeffe.
Essere obbligati a confrontarsi diurnamente con app, web, shots e quant’altro genera tensione, angoscia, senso di frustrazione e smarrimento, scoraggiamento e disamore. E così si affaccia la saggia idea di ricorrere a quello che – se ho ben capito – è sostanzialmente un prolungamento della quota 100.
Non sono di quelli che si considerano indispensabili per mandare avanti il sistema Italia, quindi sarei/sarò ben felice di lasciare spazio ai giovani: nel mondo della scuola (e non solo in quello) ce ne sono tanti bravi, preparati, seri, anche entusiasti, ben forniti di energie e competenze che chi ha già una certa età ormai non può più avere.
Largo ai giovani!
Daniele Orla
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