Non bastavano le denunce sulle classi “pollaio” derivanti dagli organici rimasti immutati malgrado l’aumento di iscritti: ora giungono pure quelle sull’inserimento di più disabili nella stessa classe. In un istituto scolastico comprensivo di Brusciano, in provincia di Napoli, ne sarebbero stati collocati ben 4 su un totale di 22: la vicenda è stata pubblicata dall’Associazione “Tutti a scuola onlus” sul blog de “Il Fatto Quotidiano” e confermata dalla dirigente scolastica della scuola.
Immediata l’indignazione generale. Con il Partito Democratico, che ha chiesto l’intervento del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per fare luce sulla vicenda. “Se la notizia della presenza di una classe differenziale in una scuola della provincia di Napoli fosse confermata, ci troveremmo di fronte a un fatto gravissimo per il quale si renderebbe necessario l’immediato intervento della Ministro Giannini”, scrive in una nota il deputato del Pd Laura Coccia, componente della Commissione cultura della Camera.
“A quanto riportano notizie di stampa, – prosegue Coccia – una scuola primaria di Brusciano ospita in una classe dell’Istituto comprensivo De Ruggiero, composta da 22 alunni, ben quattro bimbi disabili. Per uno di essi la disabilità motoria è aggravata anche dall’assenza di un ascensore funzionante nella scuola”.
Secondo la deputata del Pd, “spostare, anzi, deportare 4 bambini con un’unica insegnante in una classe non solo sconfessa la legislazione vigente e anni di politiche a sostegno dell’inclusione ma rappresenta un inaccettabile precedente. Credo – conclude Coccia – sia arrivato il momento di dire basta all’idea per cui i bambini disabili sono semplicemente numeri o alunni da parcheggiare in attesa del suono della campanella. Invece di andare avanti, facciamo ogni giorno un passo indietro in più. Mi riservo di intervenire con tutti gli strumenti che ho a disposizione per fare luce ed eventualmente risolvere l’ennesimo abuso a danno dei bambini disabili”.
Davvero amara la conclusione di Coccia: “quando venne immaginata la scuola dell’inclusione per i disabili si riteneva che essa fosse realizzabile con classi formate al massimo da un alunno con disabilità su venti”. Le eccezioni, sappiamo bene, non mancano: solo che stavolta, se è vero quanto denunciato dal “Fatto Quotidiano”, si è veramente esagerato.
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