Più volte nei due mesi scorsi abbiamo prestato attenzione ai programmi elettorali dei vari partiti in tema scuola, ma nel corso della campagna elettorale abbiamo dato maggiormente spazio alle proposte complessive del centro destra. Oggi, alla luce della nomina di un ministro dell’Istruzione e del Merito in quota Lega, riteniamo sia il caso di ricordare qual è l’idea di scuola del partito di Matteo Salvini, che ha scelto di portare a viale Trastevere Giuseppe Valditara.
Quanto ci salta subito agli occhi è che in nome di quella che viene definita propaganda gender, si pretende di attuare un’attenta opera di monitoraggio su: progetti didattici, percorsi di educazione civica, corsi per docenti, documenti ministeriali sensibili, fino alla recente diffusione della “carriera alias” procedura che introduce il concetto della fluidità di genere e determina una palese forzatura giuridica. Una proposta di controllo sui contenuti didattici che ritroviamo nella sezione Famiglia, istruzione e libertà educativa.
E il concetto viene anche ribadito nel Patto per la Scuola, dove leggiamo che come forma di contrasto all’ideologia di genere e alla fluidità in più settori della società (scuola, sport, carceri, documenti pubblici) per qualunque proposta educativa inserita nella Domanda di Iscrizione, nel Patto Educativo di Corresponsabilità, nel Piano dell’Offerta Formativa e nelle varie Attività Laboratoriali e/o Progettuali, in particolare per quanto riguarda progetti relativi a bullismo, educazione all’affettività, superamento delle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, pari opportunità, dispersione scolastica, educazione alla cittadinanza e alla legalità e ogni altra iniziativa che coinvolga l’ambito valoriale e dell’educazione sessuale, deve esserci l’esplicito e libero assenso dei genitori o di chi ne fa le veci.
Ora, senza volere scomodare la libertà di insegnamento, né la pedagogia (che talvolta viene scambiata per ideologia) va chiarito che già il Consiglio di Istituto che approva il Ptof ha al suo interno i rappresentanti dei genitori. E se invece si volesse intendere che ogni singolo genitore debba dire la sua per i progetti non solo extracurriculari, ma anche per quelli curriculari, è chiaro che un docente non potrebbe portarne avanti neanche uno, di progetto, all’unanimità.
IL PROGRAMMA ELETTORALE DELLA LEGA
Ecco il programma della Lega in tema ISTRUZIONE. La mission chiave: Scoprire e valorizzare i talenti e le “vocazioni” per non lasciare nessuno indietro
Il “Patto per la scuola” che propone la Lega passa per obiettivi volti a garantire:
- Una scuola in presenza (quindi mai più deprivazione culturale).
- Docenti formati in didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale rivolta ai bisogni educativi speciali, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la didattica, con valutazione psico-attitudinale in ingresso e in itinere (in sostanza: basta nozionismo).
- Miglioramento e rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro.
- Potenziamento insegnanti di sostegno: non più soli dopo i 18 anni, su modello “Aut Academy” da estendere su scala nazionale.
- Stop alla propaganda a scuola. Per qualunque proposta educativa inserita nella Domanda di Iscrizione, nel Patto Educativo di Corresponsabilità, nel Piano dell’Offerta Formativa e nelle varie Attività Laboratoriali e/o Progettuali, in particolare per quanto riguarda progetti relativi a bullismo, educazione all’affettività, superamento delle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, pari opportunità, dispersione scolastica, educazione alla cittadinanza e alla legalità e ogni altra iniziativa che coinvolga l’ambito valoriale e dell’educazione sessuale, deve esserci l’esplicito e libero assenso dei genitori o di chi ne fa le veci.
- Stop caro libri con detraibilità fiscale delle spese di istruzione per l’acquisto di libri e cancelleria.
Il nostro programma per la scuola prevede cinque interventi fondamentali:
• sviluppare gli istituti professionali come scuole di alta specializzazione
• conciliare inclusione e valutazione studenti
• prevenzione sanitaria, mai più didattica a distanza
• garantire specializzazione sostegno
• superare il precariato, coprire la carenza personale docente e Ata, adeguare gli stipendi
SVILUPPARE GLI ISTITUTI PROFESSIONALI COME SCUOLE DI ALTA SPECIALIZZAZIONE
L’istruzione professionale va potenziata e resa realmente competitiva rispetto all’istruzione tecnica. È fondamentale che l’istruzione professionale statale e la formazione professionale degli enti accreditati siano maggiormente legate al mondo dell’impresa e della produzione: il rischio è che la mano d’opera (poco) specializzata venga soppiantata da quella non specializzata, ma più a basso costo. Serve infatti riallineare l’offerta formativa della filiera tecnica e professionale alla domanda proveniente dai distretti economico-produttivi, alle competenze connesse alla trasformazione dei settori produttivi in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0, all’innovazione digitale, alle trasformazioni nei settori economico-finanziari e nei settori strategici per la competitività internazionale dell’Italia e alla transizione ecologica.
Riorganizzare il curricolo di studi dell’istruzione tecnica e professionale potenziando laboratori e prevedendo un’area territoriale, che consenta di adattare il percorso di studi alle esigenze del contesto territoriale e delle filiere produttive che lo caratterizzano.
Favorire l’internazionalizzazione del sistema, promuovendo progetti di partenariato, gemellaggi, attività di scambio, visite e soggiorni di studio, stage formativi, esperienze di studio e di formazione all’estero, per acquisire competenze e qualifiche spendibili nel mercato del lavoro globale.
Inserire l’educazione finanziaria in tutto il sistema di istruzione e formazione.
Valorizzare gli istituti tecnici superiori, favorendone il naturale sviluppo come continuazione e perfezionamento di quelli professionali e tecnici.
CONCILIARE INCLUSIONE E VALUTAZIONE STUDENTI
Un riconoscimento corretto del diritto all’inclusione garantisce a ciascun individuo concrete possibilità d’interazione sociale e l’inserimento in attività lavorative commisurate alle competenze acquisite, salvaguardando la qualità culturale e professionale del sistema formativo. Compiti della valutazione sono la verifica dei livelli di conoscenza/competenza e l’orientamento finalizzato al superamento delle criticità formative e verso i settori più consoni alle potenzialità di ciascuno.
PREVENZIONE SANITARIA: MAI PIÙ DIDATTICA A DISTANZA
In ambito sanitario, oltre a investimenti su spazi aggiuntivi e personale per poter ridurre il numero di alunni per classe così da rispettare il distanziamento anticontagio, gli interventi che proponiamo già dal Milleproroghe di due anni fa sono principalmente l’istituzione di “presìdi sanitari di medicina scolastica inserendo nell’organico della scuola la figura dell’infermiere-operatore sanitario, due in quelle con più di 1.200 allievi” (funzionali anche ai fini della aomministrazione di farmaci salvavita e/o dell’assistenza a studenti per i quali la frequenza è possibile unicamente se assistiti, dal punto di vista fisico, da personale infermieristico specializzato) e l’adozione di “quanto utile a evitare il contagio da Covid-19 in tutti i locali della struttura scolastica, ivi compresi quelli dedicati alle attività amministrative e collegiali, come sistemi di aerazione forzata a ciclo continuo con controllo dei dati ambientali, sistemi di ventilazione meccanica a recupero di calore, sistemi di ventilazione e sanificazione dell’aria con filtri, dispositivi a raggi UV tipo C o basati su principi bio-chimico-fisici e tecnologie a certificazione europea (la cui efficacia è confortata da studi universitari) basate sulla fotocatalisi naturale oltre al trattamento delle superfici con prodotti antivirali e antibatterici”. La ventilazione meccanica controllata è, tra l’altro, misura utile anche in ottica di risparmio energetico ed ecosostenibilità.
GARANTIRE SPECIALIZZAZIONE SOSTEGNO
Oltre un terzo dei docenti attualmente incaricati su posto di sostegno è privo di specializzazione, ovvero della formazione necessaria. Chi ha maturato almeno tre anni di esperienza sul campo nel sostegno ad alunni con disabilità deve poter accedere direttamente ai corsi di specializzazione.
La proposta non ha controindicazioni. È cioè in linea con la normativa europea, non interferisce con i provvedimenti in vigore e non comporta costi aggiuntivi per lo Stato.
SUPERARE PRECARIATO, COPRIRE CARENZA PERSONALE DOCENTE E ATA, ADEGUARE GLI STIPENDI
La qualità dell’insegnamento parte da un’adeguata conoscenza di caratteristiche e sensibilità di ogni singolo studente. Obiettivo impraticabile affidandosi a un esercito di supplenti, come puntualmente avviene in seguito a una politica che da tempo ha rinunciato a investire sugli insegnanti, di fatto non supportando il loro impegno neanche in aree fragili o disagiate e rendendo difficile anche solo abilitarsi quando sarebbe necessario assumerli a tempo indeterminato.
L’invarianza di spesa è ormai alla base del via libera a qualsiasi norma sull’argomento. Se con l’intervento europeo arriveranno fondi importanti per le strutture scolastiche senza che parallelamente lo Stato faccia la sua parte sul fronte del personale (insufficiente e con stipendi lontani dagli standard europei), l’istruzione resta al palo. È vero che nel 2026 potrebbero servire 30 mila docenti in meno a seguito del calo demografico, per cui dovremmo addirittura ringraziare se si finanzierà lo stesso numero di lavoratori della scuola. Ma si dimentica che gli uffici scolastici sono costretti ogni anno a cercare 150/200 mila supplenti. Per non parlare delle carenze che coinvolgono il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) senza il quale le scuole neanche aprono.
Le proposte normative della Lega vanno nella direzione di superare tale situazione.
Sport e scuola
Inserimento del laureato in scienze motorie nell’organico stabile dell’intero ciclo della scuola primaria.
Istituire all’interno delle scuole secondarie e nelle Università di tutto il territorio nazionale Associazioni Sportive Dilettantistiche Scolastiche al fine di promuovere tornei, campionati per potenziare l’attività sportiva all’interno dell’orario scolastico ripristinando i Giochi della Gioventù attraverso la collaborazione con Sport e salute e FSN, DSA e EPS territoriali per l’istituzione di campionati scolastici.
Formazione
Dovranno essere tracciati chiaramente i percorsi didattici, dalla scuola professionale agli ITS, dalle Università ai master specialistici garantendo la continuità del percorso formativo e con particolare attenzione alle nuove professionalità emergenti.
Inserire come materia di studio l’insegnamento dell’audiovisivo nei programmi educativi, quale strumento che faciliti l’apprendimento delle materie didattiche, oltre a raccontare i mestieri del mondo che ruota attorno all’audiovisivo, dal più classico al gaming e tutte le nuove applicazioni.
Implementazione del programma Scuola-Lavoro, valorizzando nuove figure professionali turistiche.
Famiglia, istruzione e libertà educativa
L’alleanza scuola-famiglia risulta essenziale nell’istruzione delle nuove generazioni e rende più efficace l’assolvimento del compito educativo, anche contro l’abbandono scolastico.
Le famiglie devono essere pienamente libere di scegliere il sistema di istruzione più adatto per i propri figli e devono essere pienamente coinvolte nel percorso educativo.
Inoltre, dal momento che in molti ambiti della società e in particolare nelle scuole, è in atto un tentativo di “colonizzazione ideologica” attraverso la cosiddetta teoria gender, servirà un’attenta opera di monitoraggio su: progetti didattici, percorsi di educazione civica, corsi per docenti, documenti ministeriali sensibili, fino alla recente diffusione della “carriera alias” procedura che introduce il concetto della fluidità di genere e determina una palese forzatura giuridica.
Interventi per combattere i tassi di abbandono scolastico, puntando sulla formazione e l’istruzione dei giovani.
Implementazione della normativa ministeriale inerente al Consenso informato preventivo dei genitori (nota Miur n.19354 del 20/11/2018), per cui prima di realizzare nelle scuole progetti su temi sensibili come l’educazione all’affettività, alla salute o l’educazione civica, sia necessario il consenso informato dei genitori (o facenti le veci).
Difendere e rinforzare a tutti i livelli politici e istituzionali la prassi per cui la progettazione curricolare, extracurricolare e organizzativa che le scuole adottano nell’ambito dell’autonomia, da svolgersi in orario normale o aggiuntivo, sia portata a conoscenza degli studenti e dei genitori per il corretto e pieno esercizio del diritto di scelta.
Parità educativa tra scuola statale e paritaria
Realizzare la piena parità tra scuola statale e paritaria. Garantire alle famiglie la libertà di scelta della scuola paritaria alle medesime condizioni della frequenza della scuola statale. Attuazione della Legge 62/2000, che porti gradualmente a raggiungere il costo standard di sostenibilità per tutti, con risorse provenienti da Stato, Regioni, Comuni, Province.
L’uscita da scuola
Come Italia le maggiori criticità che si possono rilevare a tal proposito sono sicuramente la tardiva uscita dal sistema scuola (rispetto alla media europea) e la ormai inadeguatezza dei percorsi formativi delle scuole superiori e delle Università con le esigenze del mondo lavorativo. Tutto queste caratteristiche negative unite ad un’inefficacia degli interventi attuati hanno fatto sì di veder crollare il tasso di occupazione giovanile in Italia rispetto agli altri Paesi comunitari. La domanda che ci siamo posti è: “Come è possibile risolvere la situazione? Quali strumenti possono essere di aiuto? Cosa non ha funzionato fino ad ora?” Riteniamo necessario intervenire soprattutto nella filiera scolastica ex ante (sui banchi di scuola) ed ex post, cioè al termine del percorso di studi e al conseguimento del titolo.
Piano di studi
Una delle grandi problematiche dei giovani italiani e di conseguenza del sistema scolastico italiano è la mancanza di preparazione pratica ottenuta durante il percorso di studi. La maggioranza dei giovani che terminano il loro percorso di studi in Italia non ha idea di come possa svolgere un lavoro e deve essere totalmente formato sul posto. Questo è un problema che riguarda non solo i giovani che si diplomano in un istituto tecnico e che non vogliono continuare il percorso di studi, ma anche i giovani che terminano l’università.
Crediamo pertanto che per risolvere questa situazione si debbano rivedere i piani formativi e di studio scolastici ed universitari, concordandoli con le associazioni o le federazioni di coloro che rappresentano i potenziali datori di lavoro per gli studenti. In questo modo forniremmo alle aziende lavoratori pronti, che possano portare un giovamento reale all’impresa. Di rimando ciò gioverebbe anche ai giovani, poiché il datore di lavoro sarebbe maggiormente incentivato a offrire un salario proporzionato.
Gli strumenti già esistenti, come l’alternanza scuola-lavoro, sono tra le altre cose solamente disponibili per i ragazzi ancora a scuola. Sarebbe fondamentale identificare una misura equivalente per chi ormai ha terminato o abbandonato gli studi, e fatica ad accedere al mondo del lavoro.
Dal momento che le singole politiche del lavoro, di per sé non possono sostituire riforme strutturali del mercato del lavoro è fondamentale puntare sulla formazione del capitale umano e creare programmi non generici, ma funzionali alle diverse tipologie di lavoratori, ai loro bisogni e alla loro motivazione.
Una sorta di piattaforma territoriale avente la funzione di “raccoglitore” dove si incontrano domanda e offerta di lavoro, non solo per fornire assistenza ed informazione per cittadini ed imprese, ma dove è possibile prendere parte ad un percorso di formazione specifico per il profilo richiesto, agevolando le imprese ad assumere profili già specializzati senza dover investire nella formazione professionale.
Riteniamo necessario ed urgente la creazione di un tavolo di discussione permanente tra scuola Università e mondo del lavoro che possa allineare le esigenze scolastiche con quelle lavorative dei vari mercati di riferimento. Il grosso muro che separa gli studenti dal posto di lavoro deve essere abbattuto gradualmente ma intervenendo alla radice, modificando ad esempio l’offerta formativa degli istituti che tenga conto non solo delle esigenze attuali del mercato ma soprattutto di quelle future a medio periodo.
Dobbiamo approfittare di questa improvvisa e forzata ventata di informatizzazione dei processi scolastici (a causa della pandemia) per velocizzare le comunicazioni, rendere il sistema un elemento flessibile e non rigido a causa di burocrazia e tecnicismi. La scuola, anzi, le scuole devono essere costantemente allineate e in sinergia tra di loro, soprattutto fra indirizzi simili in maniera tale da specializzare gli studenti alle reali esigenze del mercato che vedano la preparazione culturale alla base ma avvalorata da un forte senso pratico e concreto di quella che è la realtà in cui viviamo.
IL PROGRAMMA DEL Centro destra
- Rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico
- Eliminazione del precariato del personale docente, investimento nella formazione e aggiornamento degli insegnanti;
- Ammodernamento, messa in sicurezza, nuove realizzazioni di edilizia scolastica e residenze universitarie;
- Valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
- Maggiore sostegno agli studenti meritevoli e incapienti;
- Riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola per istituti paritari.
- Reintrodurre i voti nella scuola primaria.
- Valorizzare l’esame di maturità;
- Adeguare gli stipendi degli insegnanti alla media europea
- Più sport per tutti;
- Istituzione di un liceo del Made in Italy.
Forza Italia
- Più scuole innovative del primo ciclo (a tempo pieno, con mense e palestre) e campus di scuole secondarie superiori con laboratori scientifici, centri sportivi.
- Riconoscimento della libertà di scelta delle famiglie attraverso il buono scuola.
- Formazione di una nuova generazione di docenti (più tutor e più coach) con nuovi riconoscimenti giuridici ed economici.
- Introduzione del coding e della didattica digitale, con copertura con la banda larga.
- Più formazione professionale (sistema duale) e più tecnologi del futuro attraverso gli ITS Academy.
- Maggiore autonomia alle scuole nel gestire presìdi sanitari e psicopedagogici territoriali per la prevenzione e cura di ogni forma di contagio e dei casi problematici.
- Inclusione scolastica per gli alunni e alunne con disabilità con l’istituzione di apposite classi di concorso per il sostegno didattico in tutti i gradi del sistema di istruzione.
- Apertura del bando di concorso per l’abilitazione al sostegno agli psicologi anche per la scuola primaria e dell’infanzia, ad oggi possono accedere solo i laureati in scienze della formazione primaria che hanno una formazione meno approfondita sulle patologie del neurosviluppo.
- Istituzione della figura dello psicologo scolastico e dello psicologo per l’assistenza primaria.
- Introduzione nel programma scolastico di un’ora curricolare di educazione emotiva utile per avere un confronto con i genitori non solo sulla didattica ma anche sulla personalità degli alunni.