Nel Terzo Millennio anche il termine “scuola” diventa inappropriato ed inadatto. E’ successo nel Regno Unito, precisamente nella zona di Sheffield, dove un complesso scolastico (si può dire così?), dall’asilo nido alle medie, con cinquecento alunni e tanti insegnanti e bidelli, ha pensato bene di cancellare dal suo vocabolario la parola “scuola” e tutte le avvisaglie negative che il termine pare portare alle spalle per la psiche dei ragazzi e delle famiglie. L’istituzione, che rientra comunque nel nuovo progetto del governo inglese di mantenere aperti tutto l’anno gli edifici scolastici dalle 8 del mattino alle 6 del pomeriggio, infatti non sarà chiamata scuola ma, con una parafrasi un tantino più lunga, vuole essere definita “luogo per imparare”. Al suo interno saranno anche rotte le più basilari norme di comportamento: niente campanella d’entrata e uscita, porte sempre aperte, piena libertà per i giovani che, se avranno piacere, potranno seguire le lezioni addirittura in ciabatte.
Non è difficile immaginare tutte le critiche piovute addosso al bizzarro esperimento.
Da canto suo, la direttrice Kinda Kingdon spiega che si vuole “creare un nuovo tipo di esperienza in cui tutti si sentano vicini a questo luogo senza barriere tra dentro e fuori”.
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