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Nel sussidiario gli stranieri sono “clandestini”, il geografo: ecco come nascono i pregiudizi

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Dipingere i profughi come ‘clandestini’, gli stranieri come lavoratori necessariamente non qualificati e indigenti, i residenti come intolleranti, sottolineando solamente le difficoltà dell’integrazione e non il contributo che in termini demografici, economici e culturali l’immigrazione fornisce al nostro Paese, crea pregiudizi e mina i giusti presupposti educativi per la realizzazione di una reale inclusione e ineludibile pacifica convivenza”.

È il duro giudizio del professor Gino De Vecchis, presidente nazionale dell’Associazione italiana insegnanti di geografia, sulla presenza di contenuti ritenuti poco didattici ed educativi presenti nella pagina di un sussidiario per le classi quinte della scuola primaria scritto da Berardi, Giorgi e Rubaudo per l’editore Il Capitello.

DE VECCHIS (AIIG): BANALIZZATI FENOMENI COMPLESSI

Il docente accademico evidenzia con grande preoccupazione l’inadeguatezza dei contenuti didattici ed educativi espressi nella pagina incriminata.

L’AIIG ritiene indispensabile sottolineare come tali contenuti non siano affatto coerenti con le “Indicazioni nazionali”, stigmatizzando come emergenza la banalizzazione di fenomeni complessi attraverso riduzioni semplicistiche che nulla hanno a che fare con interventi tesi a facilitare la leggibilità e la comprensione dei testi. Puntualizza

L’associazione, inoltre, sottolinea la necessità di una maggiore attenzione alla scientificità e all’obiettività dei testi scolastici, anche affidandone la revisione a qualificati esperti disciplinari.

BASTA CON L’ESPORRE I GIOVANI ALL’INTOLLERANZA

“Ciò eviterebbe in gran parte la perpetrazione di errori, la diffusione di stereotipi e la formulazione di giudizi sommari, esponendo le nuove generazioni alla diffusione di atteggiamenti di intolleranza, di razzismo e di prevaricazione”.

“Con pesanti riflessi su una società e su un’opinione pubblica che faticano a cogliere la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo, tra i quali quello migratorio presenta tutta la sua gravità e l’urgenza di soluzioni oculatamente ponderate”, concludono dall’associazione di geografia.