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Nella Corea del Sud i primi della classe sono anche i primi di tutto il mondo

Studio, studio, studio. Studio a scuola e studio negli appositi centri di socializzazione scolastica. Accade nella Corea del Sud. Per accedere nelle università di quel Paese dell’Asia Meridionale bisogna essere bravi. Solo ai migliori vengono aperte le porte. Agli altri, pur se hanno completato gli studi, viene talvolta negato l’accesso. I test d’ingresso, per entrare nelle tre più prestigiose università coreane, quelle che garantiscono il posto di lavoro una volta conseguita la laurea, sono difficilissimi.

 
Studiare, dunque. Lo pretendono i genitori, l’esigono gli insegnanti, lo praticano gli studenti, al punto tale che sacrificano allo studio anche il tempo libero. L’impegno sui libri dei discenti sudcoreani richiede almeno 14 ore al giorno, suddivise tra quelle da trascorrere a scuola (ben undici) e quelle da passare nei centri extrascolastici, perché nella Corea del Sud non si studia a casa, ma in apposite scuole private, dette hagwons.
E gli studenti per studiare di più, per rendere di più, per rimanere di più svegli durante le ore d’impegno sui libri  fanno molto uso di pastiglie tranquillizzanti, con pericolose ricadute per la salute, fisica e mentale.    
Alcuni genitori, allarmati per il troppo rigido comportamento che i figli assumono nei confronti dello studio, nonostante spendano ben 2.600 dollari all’anno, si sono rivolti  al governo coreano per chiudere i centri extrascolastici alle 22. E così pattuglie di funzionari dopo tale ore percorrono in lungo e in largo le città coreane per invogliare a tornare a casa gli studenti che disobbediscono al divieto imposto. Insomma i governanti coreani sono impegnati ad umanizzare lo studio e a rendere meno competitiva la scelta universitaria. La rivalità abbrutisce gli studenti e li rende aggressivi.   
Come sempre fatta la legge, trovato l’inganno: se, dopo le 22, qualche centro rimane aperto – si giustifica – assicura solo attività di biblioteca, legata semplicemente all’immancabile consultazione di libri.
Luigi Mariano Guzzo

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