Nel 2014 non verranno dunque aumentati in base all’inflazione, come invece dovrebbe avvenire di regola (anche se il governo Monti, in via temporanea per un biennio, fino a dicembre 2013, ha sospeso la rivalutazione di tutte le rendite sopra i 1.443 euro).
E’ vero che il 29/4/2013, E. Letta dichiarava nel discordo programmatico che “si sarebbero studiate forme circoscritte di gradualizzazione del pensionamento, come l’accesso con 3-4 anni di anticipo al pensionamento con una penalizzazione proporzionale”.
Ma il giorno 8/10/2013, nell’audizione alla Camera, il ministro del Lavoro Giovannini – facendo il punto sulle pensioni – si è mostrato molto scettico sulla flessibilizzazione dell’età pensionabile, cioè la possibilità di andare in pensione prima dell’età prevista, sia pure con penalizzazioni. Tale ipotesi aumenterebbe la spesa pensionistica in quanto le penalizzazioni introdotte non sarebbero in grado di compensare l’elevato numero di nuovi pensionati che questa misura creerebbe. “Le proposte di flessibilizzazione avrebbero l’effetto di aumentare il numero delle pensioni dal 2014, per un onere di diversi miliardi all’anno. Inoltre, la penalizzazione prevista nel caso di pensionamento anticipato non compenserebbe l’onere delle altre pensioni che lo stato dovrebbe pagare e costerebbe miliardi”.
Quindi per il ministro il problema del’età è bello e risolto e non sarà stravolto l’impianto dell’attuale sistema pensionistico “Fornero” perché garantirà da qui al 2021 ben 93 miliardi di euro di risparmi.
Invece secondo il segretario nazionale della Cgil, Vera Lamonica, "La Legge Fornero è socialmente insostenibile e non si può liquidare il tema della flessibilità come non proponibile". Per questo sostiene che è necessario "aprire un tavolo sulla previdenza per discutere su tutte le questioni aperte, dalle pensioni d’oro alla necessaria rivalutazione delle pensioni in essere e ad altre modifiche da apportare alla riforma Fornero”.
Le speranze di una possibile riduzione dell’età pensionabile sono ridotte al lumicino.
In attesa del testo definitivo della legge di stabilità:
• Non va dimenticato che nel 2014, per la pensione anticipata (42 anni e 6 mesi di servizio), sono previste delle penalizzazioni a carico di chi sceglie di ritirarsi dal lavoro prima dei 60-62 anni di età. In particolare, l’assegno viene tagliato dell’1% per ogni anno che separa il pensionato dal raggiungimento dei 62 anni e di ben il 2% per ogni anno che precede il compimento dei 60 anni.
• Restano invariati fino al 31 dicembre 2015 i requisiti di vecchiaia per gli uomini e per le donne dipendenti pubbliche: 66 anni e 3 mesi
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