Home Reclutamento Nella riforma della scuola si superano gli attuali TFA

Nella riforma della scuola si superano gli attuali TFA

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Con la legge di riforma della scuola, si sono lanciate le basi per un riordino complessivo del sistema della formazione iniziale e dell’accesso ai ruoli. Se si legge attentamente il comma 181 della legge 107/2015, si comprende che una delle deleghe, che entro il prossimo anno e mezzo dovrà essere legge, è quella del nuovo percorso formativo per diventare docente di scuola secondaria.
In tale comma si definisce l’introduzione di  un  sistema  unitario  e  coordinato  che comprenda sia la formazione iniziale dei docenti sia le procedure per l’accesso alla professione. Nella legge 107/2015 si spiega che la formazione del docente sarà affidata alle università o alle  istituzioni  dell’alta  formazione artistica,  musicale  e  coreutica  e  alle  istituzioni  scolastiche statali, con una chiara distinzione dei rispettivi ruoli e competenze in un quadro di collaborazione strutturata.
In buona sostanza nella riforma della scuola c’è il superamento degli attuali TFA. Infatti mentre adesso per partecipare ad un concorso a cattedra, bisogna prima conseguire, attraverso i tirocini formativi attivi, una abilitazione all’insegnamento e poi si deve superare un test di selezione e solo dopo si svolgeranno le fasi scritte e orali del concorso, con la riforma della Buona Scuola tutto cambierà.
Come saranno quindi i concorsi futuri? Fatta eccezione per il concorso a cattedra 2016, che seguirà le vecchie regole, in futuro si potrà partecipare ai concorsi a cattedra, su base nazionale, con un diploma di laurea magistrale o di un diploma accademico di secondo livello per le discipline artistiche  e  musicali,  coerente  con  la classe  disciplinare  di  concorso.
È utile sapere che la determinazione  di  requisiti  per  l’accesso  al  concorso nazionale, anche in base al numero di crediti formativi  universitari acquisiti nelle  discipline  antropo-psico-pedagogiche  e  in  quelle concernenti le metodologie e le tecnologie didattiche,  comunque  con il limite  minimo  di  ventiquattro  crediti  conseguibili  sia  come crediti curricolari che come crediti aggiuntivi. Chi avrà superato il concorso inizierà quindi una fase di tirocinio formativo di durata triennale.
In buona sostanza i vincitori di concorso saranno inquadrati , mentre svolgono questo tirocinio triennale, a contratto a tempo determinato ed avranno uno stipendio ridotto rispetto ai docenti di ruolo. Nel primo anno di contratto a tempo determinato conseguiranno un diploma di specializzazione per l’insegnamento secondario al  termine di un corso annuale istituito, anche in convenzione  con  istituzioni scolastiche o  loro  reti,  dalle  università  o  dalle  istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale  e  coreutica. In seguito tali docenti faranno un anno di tirocinio nelle scuole, dove potranno apprendere il funzionamento delle attività didattiche e collegiali, e il tutto si conclude con la  sottoscrizione  del  contratto  di   lavoro   a   tempo indeterminato, all’esito di positiva conclusione  e  valutazione del periodo di tirocinio.
C’è chi interpreta questa norma come un allungamento dell’anno di prova da uno a tre anni, per la verità in questo triennio c’è il biennio che oggi molti laureati fanno per ottenere l’abilitazione attraverso il TFA e poi c’è anche l’anno di prova.
In buona sostanza la legge 107/2015, consentirà a tutti i laureati di partecipare al concorso a cattedra, e solo ai vincitori di conseguire, gratuitamente e con uno stipendio ridotto a favore dei corsisti, il titolo di specializzazione per l’insegnamento. Bisognerà attendere di leggere, nero su bianco, cosa verrà scritto in questa delega, ma se la linea conduttrice è questa, si tratta sicuramente di un miglioramento del reclutamento dei docenti. Altro che tre anni di prova. E poi, come diceva il grande Totò, siamo adulti e abbiamo fatto tre anni di militare a Cuneo!