Nella scuola non c’è nessuna teoria gender da combattere. E non sarebbe presente, nemmeno tra le righe, neanche all’interno della riforma della scuola. A sostenerlo, a chiare lettere, è Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd e relatrice del provvedimento di riforma.
“Nel ddl sulla buona scuola non c’è alcun riferimento alla teoria gender. La legge assicura semplicemente l’attuazione dei principi di pari opportunità, la parità tra i sessi e la prevenzione di ogni violenza e discriminazione per informare studenti, docenti e genitori del dl n.93 2013, ovvero il decreto sul femminicidio firmato da Angelino Alfano”, dichiara Puglisi.
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“Dunque l’onorevole Meloni intende abrogare una legge di civiltà che difende donne e minori dalla violenza come la legge sul femminicidio? Le polemiche sul nulla di queste ore di esponenti della maggioranza e dell’opposizione sembrano una gara per appropriarsi del Family day (svoltosi lo scorso 20 giugno a Roma). Quanto al consenso informato per le famiglie per le attività extra curricolari, non serve né un decreto, né una legge. Tutto ciò che non ha carattere ordinamentale e viene inserito nel piano dell’offerta formativa: deve comunque essere approvato dal consiglio di istituto in cui sono eletti democraticamente i genitori”, tiene a sottolineare la senatrice Pd prima di concludere la puntalizzazione.
A sentire la responsabile Scuola del Pd, insomma, il caso sarebbe chiuso. Anzi, non si sarebbe mai dovuto aprire. Rimane un dubbio: e allora perchè tanto clamore? Perchè così tanta gente è scesa in piazza, a Roma, la scorsa settimana? Solo allarmismo infondato? Forse.
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