Nella scelta della scuola vale più la vicinanza da casa

Lo scrive Il Corriere della Sera che pubblica il resoconto della ricerca americana. In pratica la vicinanza dalla scuola vale più della valutazione strettamente didattica. Il fattore-vicinanza si colloca al primo posto. Per i più piccoli, poi, determinanti sono gli orari scolastici: più sono prolungati, più l’istituto è gettonato, visto che permette di lasciare i bambini a scuola presto, e di venirli a prendere tardi. Per i ragazzi più grandi, preponderante è il peso delle attività extracurriculari, come la banda musicale piuttosto che la squadra di football.

 

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Normalmente – come nella maggior parte dei luoghi del mondo – la scelta della scuola (pubblica) dove mandare il proprio figlio dipende dalla zona di residenza.

Lo studio, durato dieci anni, ha messo in luce un altro aspetto significativo: a dare minor peso alla qualità dell’istruzione rispetto ad altri fattori sono specialmente le famiglie a basso reddito. Una scoperta che ha stupito ma che, se analizzata, non è affatto stupefacente, dato che le famiglie povere hanno meno strumenti sia per valutare i curricula delle scuole, sia per potersi permettere di ignorare fattori quali gli orari scolastici. I risultati della ricerca, ammesso che possano valere per il resto del Paese e per altri Paesi, danno comunque indicazioni preziose per tutti, e fanno comunque riflettere sulla premessa a favore delle «charter schools», che permetterebbero alle famiglie – con equità – di scegliere l’istituzione scolastica in cui mandare i figli, basandosi sulle offerte educative.

Pasquale Almirante

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