In un comunicato del 27 aprile 2005, il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ha annunciato l’incremento di 650 posti di insegnante in più negli organici per l’a.s. 2005/2006 "per fare fronte – spiega il comunicato di Viale Trastevere – alle accresciute esigenze derivanti dall’aumento del numero degli alunni, determinato, nella scuola secondaria di II grado, soprattutto dal recupero di rilevanti quote di dispersione scolastica per effetto dell’estensione dell’obbligo scolastico, che sarà progressivamente elevato fino al 18° anno di età o perlomeno fino al conseguimento di una qualifica.".
Ma anche dall’incremento delle iscrizioni di alunni stranieri e dal potenziamento delle attività opzionali nella scuola primaria e secondaria di primo grado.
I 650 posti saranno così ripartiti: per Campania, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto saranno assegnati 70 posti per ogni singola regione. Al Friuli, Puglia e Marche 20 posti per regione. Al Lazio 34, 10 alla Liguria, 140 alla Lombardia, 80 alla Sicilia, 40 alla Toscana e 6 all’Umbria. Per le altre regioni nessuna assegnazione.
I sindacati hanno criticato la modesta elargizione dei posti. Per la Cisl-Scuola "l’incremento è irrisorio", per la Flc-Cgil "il numero è insufficiente e mette a rischio la possibilità di rispettare le norme sulla formazione delle classi". Per la Uil-Scuola "il numero dei posti dei docenti dovrebbe essere determinato tenendo conto del numero degli alunni".
"Dobbiamo evidenziare – fa notare lo Snals-Confsal – che a fronte delle documentate nuove iscrizioni di migliaia di alunni il Miur risponde con l’incremento di 650 posti di personale docente, non sufficienti per le reali esigenze delle scuole".
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