Nella scuola del 2013 sono i bambini poveri a rimanere più indietro
“L’impoverimento delle opportunità di crescita è una condizione – sottolinea Raffaela Milano, direttrice del programma Italia della Onlus – che si può contrastare solo tornando ad investire sull’educazione. Serve più scuola e servono territori ad alta intensità educativa, che permettano a tutti i bambini di fare sport, musica, gioca, di vivere la bellezza e la socialità. La condizione di partenza non viene in alcun modo riequilibrata dall’istruzione. Se non viene contrastato attivamente il circolo vizioso tra povertà economica e povertà educativa non si spezza”. “Il disagio economico – spiega Paolo Sestito, economista della Banca d’Italia – è più concentrato verso le fasce più giovani delle popolazione. E gli effetti della crisi, quando questa interviene in un momento cruciale come l’accesso al lavoro o il momento formativi, tendono ad essere permanenti”, già ora il livello di competenza degli adulti è di 10 punti più basso di quello della media Ocse, “e a parità di età gli italiani, pur accrescendo la scolarità, peggiorano la situazione nei confronti dei gli altri paesi”.
Linda Laura Sabbadini, direttore dell’Istat, ha ricordato come “negli anni Ottanta la povertà era soprattutto degli anziani, mentre ora ci ritroviamo in una situazione di permanente alta povertà dei minori, diversamente dalla gran parte degli altri paesi Europei. Quindi, di fronte a un fenomeno strutturale, c’è da chiedersi come si è arrivati a questo punto”, ha concluso il direttore dell’Istat.