Mimesis edizioni si arricchisce della “Wunderkammer”, una nuova collana di cultura tedesca realizzata in memoria di Giorgio Cusatelli e Fabrizio Cambi (scomparso a 69 anni nel 2021), germanisti, studiosi, traduttori e curatori di artisti di lingua tedesca. Wunderkammer sta per “stanza delle meraviglie”, dentro cui si custodiscono il fantastico e l’irreale, opere sorprendenti, come queste annunciate dai direttori della collana: Albert Meier, Renata Gambino, Rosalba Maletta, Grazia Pulvirenti, Amelia Valtolina. E con la legittima ambizione di porla all’attenzione del vasto pubblico italiano, alquanto distratto tuttavia sulla cultura e l’arte della Germania.
Ecco allora i grandi autori tedeschi delle brume e delle saghe, dei flauti magici e delle “fiabe del focolare”, dentro cui si stagliano Sigfrido e le Valchirie, ma pure il murmure lontano dei Wänderer di Wieland, il filosofeggiare di Schiller, le blasfemie della Riforma. Gioielli letterari poco noti, perché limitati o mai tradotti, come la tragedia in cinque atti “Libussa”, scritta da quello che è considerato il più grande scrittore della letteratura austriaca, Franz Grillparzer, poeta e drammaturgo, nato a Vienna nel 1791 e là deceduto nel 1872.
Indagatore delle condotte umane e convinto della irreversibilità delle proprie azioni, rimase lontano dall’esperienza romantica tedesca e dall’olimpica distanza goethiana, che conobbe durante un viaggio a Weimar, mentre si lasciava prendere dal dispotismo illuminato di Giuseppe II, pur conservando nella sua poetica la tradizione della grande Vienna, barocca e imperiale: “Un rivoluzionario conservatore” lo definì Joseph Roth. Dopo il trionfale esordio nel 1817 con “Die Ahnfrau” (L’antenata), altri successi confermarono la sua versatilità di artista e commediografo, fino a “Libussa”, dramma composto fra il 1822 e il 1848, ma rappresentato e pubblicato postumo, e oggi prefato e tradotto dallo scomparso Combi, e proposto da Mimesis all’interno di questa nuova collana che raccoglierà pure un saggio su Heinrich von Kleist di Graziella Pulvirenti dell’Università di Catania.
Libussa, nel mito ceco regina e fondatrice della città di Praga, organizza la società che governa su basi femminili, senza leggi scritte e rispettando l’ambiente, ma nel senso di spirituale simbiosi con la Natura e dunque col cosmo, lei istruita all’arte della divinazione da un padre saggio e lungimirante. Tuttavia, quando si sposa colcontadino-principe Primislaus, e a lui, per amore, cede il governo, capisce il senso forte del patriarcato e del suo istinto al dominio, venendone sopraffatta e schiacciata.
In ogni caso, però, quando tale vittoriosa conquista sta per compiersi, Libussa profetizza la sua disfatta a favore di un’umanità̀ migliore e ugualitaria. Dramma assolutamente moderno, come solo la grande arte riesce a presentire, Libussa prende spunto anche da un lavoro di Clemens Brentano, mentre il contrasto fra matriarcato e patriarcato introduce pure, oltre alla storia d’amore, elementi allegorici e magico-sacrali, in funzione sempre di quel mito e del personaggio dentro cui la donna è stata rappresentata.
Scritta in versi, e con continue variazioni metriche, la traduzione dal tedesco di Cambi della tragedia è rimasta “quanto più possibile” vicina alla prosa d’arte dello scrittore austriaco, restituendo dunque il ritmo e la musicalità dell’originale tedesco.
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