Didattica

Nell’aula 3.0 non più la classe in laboratorio, ma il laboratorio in classe

L’aula di tipo tradizionale, dotata di cattedra, lavagna di ardesia e banchi disposti in file, negli anni ha progressivamente accolto al suo interno tecnologie di varia natura, che sono diventate il terzo elemento dell’interazione tra docenti e studenti.

Oggi le aule più avanzate vanno oltre questa logica e includono anche l’utilizzo di device mobili che consentono il superamento della stessa dimensione fisica dell’aula e l’accesso ad ambienti di lavoro collocati nello spazio virtuale. Nasce così l’aula 3.0.

Nell’aula 3.0 gli ambienti sempre più flessibili sono pensati per favorire l’interazione grazie ad arredi funzionali e versatili, che si integrano con nuove tecnologie finalizzate a favorire il dialogo tra insegnanti e studenti attraverso modelli didattici altamente interattivi racchiusi nello slogan “non più la classe in laboratorio, ma il laboratorio in classe” promosso dal Piano Nazionale Scuola Digitale, per introdurre un approccio più dinamico e interattivo negli istituti scolastici di tutta la nostra penisola.

Ad oggi le aule 3.0 in Italia sono 326 mila, distribuite su 33 mila plessi scolastici.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione il 70% di queste è connessa a internet, il 41,9% è dotata di lavagna multimediale e il 6,1% delle classi hanno un proiettore interattivo.

A questi si aggiungono i 65.650 laboratori, che rappresentano ambienti che vengono associati all’innovazione e alla creatività digitale nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, e che aggiornano la dimensione professionalizzante e caratterizzante delle scuole superiori in chiave digitale.

Il ruolo abilitante delle ICT è centrale per alcune proposte di didattica attiva quali la flipped classroom, il game-based learning, il TEAL (Technology Enhanced Active Learning) e per quelle concernenti l’autorialità di docenti e studenti rispetto ai libri di testo. Ricadute significative sono auspicabili anche in termini di organizzazione del setting d’aula, dei tempi del fare scuola e della progettazione interdiscipline.

Interessanti vantaggi si ottengono per l’attuazione di metodologie innovative come il debate, la flipped classroom e la creazione di contenuti didattici digitali integrativi del libro di testo. In conclusione possiamo dire che far entrare l’innovazione a scuola può rivelarsi una ricetta vincente per aiutare gli istituti a migliorarsi.

Aldo Domenico Ficara

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