In seguito all’iniziativa lanciata da questa testata per Dillo al Ministro, la Tecnica della Scuola ha mantenuto la promessa ed ha intervistato il ministro Fioramonti per parlare di alcuni dei temi caldi suggeriti dai nostri lettori. Ovviamente le richieste e le proposte non finiscono qui ed ogni giorno sui nostri canali riceviamo riflessioni che meritano di essere portati allo scoperto.
In questo articolo diamo spazio alla riflessione di un lettore che interviene in merito alla ricostruzione delle scuole nei territori colpiti dal sisma.
Questo il testo della mail.
Gentilissimo Ministro Fioramonti,
mi permetta di sottoporle un problema recente e riguarda il D.L. sisma che avete approvato qualche giorno fa.
In quel decreto all’articolo 2, comma 2, c’è forse la concezione più conservatrice del concetto di scuola. Ritengo che oggi, nel 2019, con il termine scuola si debba comprendere un’insieme di condizioni affinché gli studenti possano avere le condizioni migliori per un apprendimento completo, adeguato e funzionale alle nuove esigenze della società.
Orbene in quel D.L. è previsto che nelle aree colpite dal sisma le scuole devono essere ricostruite nei centri storici.
Tralascio ogni commento su chi possa aver pensato una norma del genere, ma vengo al punto.
Negli anni cinquanta/sessanta appena usciti dalla guerra si sono utilizzati ex conventi, ex caserme, palazzi storici per collocare, nel breve tempo le scuole che poi sono restate lì per anni e ancora oggi occupano molti di quei palazzi.
Oggi, che con il sisma molti degli edifici destinati a scuole sono stati danneggiati logica vuole che sarebbe necessario delocalizzarli in aree esterne, dotate di infrastrutture adeguate, con ampi spazi verdi, spazi flessibili per una didattica migliore e più funzionale, con tutti i confort ed i servizi necessari ad una crescita completa come palestre, mense e biblioteche. Ricostruirli nei centri storici, in anguste vie con spazi senza verde e privi di strade di accesso adeguate è solo una scelta inopportuna e priva di prospettiva.
Caro Ministro, l’Italia ha bisogno di essere Europea non solo a parole ma anche nei fatti. Nel Nord Europa solo pensare ad una norma di questo genere avrebbe fatto “internare” chi l’ha pensata.
A solo scopo informativo Le ricordo che sono già tre anni che con le Ordinanze 14 e 33 i Commissari Straordinari hanno individuato nella ricostruzione di nuove scuole la priorità delle priorità e a tal fine sono stati concessi fondi ai comuni per realizzare nuovi poli scolastici e che, inoltre, sono state avviate le procedure, dopo il superamento di difficoltà interpretative delle norme da applicare per garantire appalti trasparenti, per avviare le progettazioni e le successive realizzazioni di tali strutture.
Per far sentire la propria voce la Tecnica della Scuola ha aperto un gruppo Facebook dove esprimere il proprio pensiero. (CLICCA QUI PER PARTECIPARE).
Per partecipare alla nostra iniziativa e far sapere le priorità e le vostre idee per la scuola italiana, potete anche scrivere a caroministro@tecnicadellascuola.it.
Le vostre proposte saranno pubblicate anche sul nostro sito.
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