Ekaterina Prichodko, veterinaria e casara ucraina, si è trasferita nelle Marche, a Belmonte Piceno (Fermo), in seguito all’esplosione del conflitto e a marzo 2022 aveva chiesto asilo tramite la sua rete di conoscenze, poiché la zona in cui viveva non era più sicura.
Prichodko prima della guerra era la titolare di una piccola azienda agricola nella zona di Buča, vicino a Kiev; in Ucraina allevava capre e produceva formaggi, poi la sua zona è stata bombardata ripetutamente ed è diventata un luogo insicuro e pericoloso per la sua famiglia, per questo ha deciso di partire e di affrontare un viaggio lungo e difficile con i suoi tre figli.
A rispondere all’appello della casa ucraina è stato subito Eros Scarafoni, che le ha aperto le porte di casa e dell’azienda agricola Fontegranne, nata nel 1968. Da qui è nata una solida collaborazione che ha dato vita, oltre che a un’amicizia, anche a una produzione condivisa di prodotti caseari caratterizzati dalle influenze delle tradizioni dei rispettivi Paesi.
I due maestri casari Ekaterina e Eros hanno messo a frutto la loro esperienza e il loro spirito solidale a beneficio di un’iniziativa che rinnova il legame tra Italia e Ucraina, infatti a partire dallo scorso ottobre hanno progettato e offerto gratuitamente a 30 allevatori e produttori di formaggio ucraini un percorso didattico di tecnica e arte casearia, nell’intento di sostenere i colleghi sul piano morale e professionale.
La scuola si chiama Strekoza School, proprio come la fattoria che Ekaterina gestiva in Ucraina, e ha simbolicamente sede a Belmonte Piceno.
Si sono svolte tramite dirette streaming lezioni settimanali e lezioni registrate: Ekaterina si è occupata delle lezioni di microbiologia, Eros delle tecniche casearie; periodicamente è intervenuta anche Julia Pitenko, presidente di Slow Food Ucraina, per raccontare l’impegno dell’associazione nella valorizzazione dei prodotti a latte crudo e nell’utilizzo di fermenti autoctoni.
Ekaterina spiega che in Ucraina ci sono diverse scuole di caseificazione, le quali, però, propongono un metodo che spesso prevede la pastorizzazione del latte e l’utilizzo di starter industriali. Il nostro intento, ha detto, è quello di mettere a disposizione la nostra esperienza per aiutare i casari che vogliono dedicarsi ai formaggi naturali. In particolare io insisto molto sul benessere degli animali e sulla loro alimentazione: tutto parte da qui, se vogliamo trasferire i sentori caratteristici dell’erba, del suolo, del paesaggio nel formaggio.
Il progetto è patrocinato anche da Slow Food Marche.
I partecipanti sono casari già formati che volevano approfondire le tematiche dell’affinamento e della stagionatura dei formaggi a latte crudo per migliorare la propria produzione» specificano Eros ed Ekaterina.
Al termine del corso i partecipanti hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica quanto appreso nelle lezioni realizzando un formaggio, che hanno poi spedito a Belmonte Piceno per la partecipazione al concorso “Arte del formaggio”. I prodotti in gara sono stati raggruppati in cinque categorie di formaggi: caprini, a latte misto, stagionati, con aggiunte e a pasta molle.
Tutti riceveranno un attestato, spiegano i maestri casari, e, per ogni categoria, assegneremo un premio a una delle produzioni in assaggio.
Il progetto è patrocinato anche da Slow Food Marche.
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