L’amara sorpresa che in tantissime scuole, il bonus del merito è stato di fatto dimezzato, è una dura realtà con cui i docenti hanno dovuto fare i conti.
Ai sensi dell’art.1, comma 126, della legge 107/2015 è stato istituito per la valorizzazione del merito del personale docente presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca un apposito fondo, con lo stanziamento di euro 200 milioni annui a decorrere dall’anno 2016, ripartito a livello territoriale e tra le istituzioni scolastiche in proporzione alla dotazione organica dei docenti, considerando altresì i fattori di complessità delle istituzioni scolastiche e delle aree soggette a maggiore rischio educativo, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Tale fondo, ai sensi del successivo comma 127, è assegnato ai docenti dal dirigente scolastico, sulla base di alcuni criteri stabiliti dal comitato di valutazione per i docenti e di una motivata valutazione.
Nel comma 128 della legge 107/2015 è specificato che tale fondo, definito “bonus” è destinata a valorizzare il merito del personale docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e ha natura di retribuzione accessoria.
Il motivo principale del dimezzamento del bonus del merito dei docenti sta nel fatto che nel chiudere il CCNL scuola 2016/2018, 70 milioni di euro dei 200 previsti dal comma 126 della legge 107/2015, sono stati dirottati per consentire la chiusura del contratto e il superamento, almeno fino al 31 dicembre 2018 e con quote perequative, delle 85 euro medie lorde per singolo dipendente della scuola.
Per cui il Miur ha, al momento, distribuito a tutte le scuole la suddivisione di 104 milioni di euro che sarebbe l’80% di 130 milioni di euro.
In buona sostanza una media di circa 13 mila euro lordi di bonus del merito per singola scuola, che sono veramente poca cosa, rispetto alla già magra cifra degli anni precedenti.
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