A fine giugno le istituzioni scolastiche di tutta Italia dovranno approvare la verifica intermedia sul Programma Annuale 2010 e sarà l’occasione per capire se davvero, come continuano a garantire i tecnici del Ministero, le risorse finanziarie per il funzionamento delle scuole sono adeguate o se, al contrario, sono palesemente insufficienti.
Più volte la nostra testata ha segnalato l’incongruenza delle modalità di assegnazione dei fondi destinati a funzionamento didattico e amministrativo e al pagamento delle supplenze.
Per il momento il Ministero non ha ancora dato segno di aver compreso la straordinaria gravità del problema: le scuole potranno disporre di fondi per il funzionamento didattico e amministrativo solo a condizione di risparmiare sulle supplenze !
Inoltre il meccanismo contabile relativo alle spese per le supplenze previsto dal Ministero è particolarmente complesso e delicato e avrà come conseguenza quello di diminuire ulteriormente la capacità di spesa sul funzionamento.
Spieghiamolo con un esempio.
Prendiamo il caso di una scuola che, ai primi di ottobre, si rende conto di non disporre di fondi sufficienti per pagare le supplenze conferite: secondo le disposizioni impartite dal Ministero, quella scuola dovrà immediatamente segnalare la situazione allo stesso Miur che, entro il mese successivo, dovrebbe accreditare le somme necessarie. Nel frattempo, però, la scuola dovrà provvedere ad effettuare una variazione di bilancio per garantire la copertura dell’impegno di spesa per le supplenze che intende conferire. E per farlo dovrà spostare fondi sul capitolo di spesa delle supplenze attingendole da altri capitoli. Quando poi il Ministero assegnerà i fondi per le supplenze la scuola potrà adottare una nuova variazione di bilancio per ripristinare i fondi sottratti al funzionamento od altri progetti.
L’operazione, però, è molto complessa sotto il profilo contabile perché ormai i fondi che le scuole imputano al funzionamento didattico o ai progetti provengono in larghissima misura o da finanziamenti non statali (Comuni e Regioni soprattutto) oppure dai contributi delle famiglie.
Insomma far quadrare i conti sarà pressoché impossibile.
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