Nelle scuole siciliane addio alle bibite gassate, arrivano le spremute d’arancia

In tutti gli istituti scolastici siciliani d’ora in poi i distributori automatici non conterranno più bevande gassate, ma succhi e spremute d’arancia. A prevederlo è una norma della legge sull’agricoltura e la pesca approvata dall’Ars.
A causa dei vantaggi alimentari e fisici derivanti da questa decisione, il provvedimento ha raccolto sinora solo apprezzamenti. “Non sono contro la Coca-Cola – ha detto Raffaele Lombardo, presidente della Regione Siciliana – ma sono contro tutte le bevande gasate che costano il doppio e non fanno bene alla salute. Sono a favore del bere e mangiare sano, sono perché si beva e si mangi siciliano, i prodotti tipici e non tipici”. Secondo il Governatore “se i nostri direttori di ospedali, i nostri presidi delle scuole piuttosto che consentire la vendita di bevande gassate alla base di squilibri metabolici, dell’obesità molto spesso, consentissero che si facesse la spremuta dell’arancia, darebbero una mano notevolissima alla nostra economia, e aiuterebbero la salute dei nostri giovani”.
Dello stesso avviso è l’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Mario Centorrino, secondo il quale l’approvazione della norma “si collega a due esigenze: l’introduzione di principi di educazione alimentare e l’orientamento verso modelli di consumo che privilegino prodotti siciliani”.
Una decisione del genere era stata presa anche lo scorso dicembre dall’altra parte del mondo, nel parco nazionale del Gran Canyon: i responsabili del visitatissimo parco avevano rinunciato a vietare l’utilizzo delle bottiglie di plastica, ma secondo il New York Times a seguito di un colloquio con i rappresentanti di Coca-Cola, tra i principali finanziatori della National Park Foundation, fondazione che gestisce i parchi nazionali americani, la decisione è stata rivista. Il divieto di introdurre bottigliette di plastica -che formano il 30% del totale dei rifiuti raccolti nel parco- sarebbe dovuto entrare in vigore il primo gennaio di quest’anno, dopo mesi di preparazione in cui il parco nazionale del Gran Canyon aveva anche installato fontanelle per circa 300.000 dollari. A metà dicembre, però, il direttore del parco Stephen Martin ha ricevuto un improvviso contrordine da parte dei suoi superiori. La marcia indietro sarebbe avvenuta dopo che Neil Mulholland, presidente della National Park Foundation, ha incontrato i rappresentanti di Coca-Cola, preoccupata delle conseguenze del divieto.
Alessandro Giuliani

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