Lo scrive il Messaggero che ricorda come in molte scuole si siano mandati i propri insegnanti a lezione di tiro, altre abbiano dato il permesso di andare in classe armati, altre ancora li abbiano addestrati a proteggere i propri studenti in modo solo difensivo: imparando le vie più veloci per fuggire, i luoghi dove ripararsi, ecc.
Ma ci sono pure le scuole dove viene raccomandato ai genitori di comprare i nuovi zainetti antiproiettile, mentre tanti insegnanti hanno deciso di indossare sotto gli abiti materiale protettivo. Da qualche tempo però, secondo il quotidiano, si starebbe diffondendo nelle scuole la lavagna antiproiettile: un tavoletta rettangolare, in bianco, rosa, celeste o verde, dall’apparenza semplice e innocua, che può assorbire le pallottole di una pistola senza neanche rimanerne scalfita. La lavagna-scudo è prodotta da una società del Maryland specializzata anche in rinforzi per le porte e altre forme di difesa da possibili sparatori.
Centinaia di scuole superiori e medie hanno adottato la lavagna antiproiettile, che resta appesa sulle pareti delle aule, ma ha sul retro due maniglie per tenerla fermamente davanti a sè, se ci si trova assaliti da un intruso armato. Adesso anche alcune università hanno deciso di investire in questo prodotto.
Il creatore della lavagna-scudo, George Tunis, ha ricordato che nelle scuole, se arriva un pazzo armato, la prima difesa dei bambini e degli studenti viene proprio dai professori.
E se una lavagna sembra poco, Tunis ricorda che i killer sono spesso spinti da una follia e non si soffermano dove trovano un ostacolo, ma cercano gli indifesi, per “massimizzare” il numero delle vittime. Insomma, un leggero rettangolo di 45 centimetri per 50 può davvero rappresentare la differenza fra morire e uscire vivi da un massacro come quelli di Newtown, di Virginia Tech, di Fullerton, di Oakland, di Columbine (per citare solo quelli dove il numero delle vittime è stato molto alto).