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Neo-diplomati ed internet: rapporto stretto, ma poco creativo

Per un giovane neo-diplomati internet è ormai ‘pane quotidiano’: pur non trattandosi dei 15enni nativi digitali, la percentuale che lo utilizza per informarsi, reperire documenti, musica, filmati, come scaricare la posta elettronica o comunicare coi social network è altissima. Non era cosa nota, però che la maggior parte dei giovani universitari fruitori del Web2, la versione moderna di internet, predisposta per una maggiore ipermedialità ed interattività, utilizza il mezzo con un approccio tutt’altro che creativo e moderno. Il dato proviene è contenuto in una ricerca dell’università di Milano-Bicocca, che ha coinvolto oltre 2mila studenti ammessi ai corsi di laurea triennali (quindi in prevalenza 19enni) negli anni 2008 e 2009, presentata oggi durante il convegno ‘Digital Learning’.
Sono stati individuati tre gruppi distinti di utenti – ha spiegato il professor Paolo Ferri, coordinatore della ricerca – che abbiamo deciso di definire neo-analogici, digital mass e inter@ttivati: ineo-analogici, che corrispondono al 22,4% nella rilevazione 2008 ed al 31,6% nel 2009, usano molto poco internet, tra una le cinque ore settimanali, nell’utilizzo della rete tendono a definirsi utenti base o principianti“. Il quadro non cambia molto con coloro che appartengono al profilo della digital mass: “riguarda – spiega il docente accademico – la maggioranza relativa dei casi, il 47,5% nel 2008, 31,6% nel 2009, pur manifestando un profilo di consumi mediali e tecnologici, come la messaggistica istantanea, abbastanza elevato, hanno una propensione nei confronti della creazione attiva di contenuti per la rete molto bassa e in certi casi pressoché nulla. Per loro, la propensione a creare contenuti su YouTube e Wikipedia è ad esempio molto bassa. Il gruppo più intraprendente, con usa il web quasi come una tv, è quello degli Inter@ttivati: questo gruppo, che corrisponde al 26,3% nel 2008 ed al 36,8% nel 2009, comprende infatti coloro che sono caratterizzati da elevati consumi mediali e tecnologici in tutte le categorie considerate. Inoltre, come caratteristica specifica, spicca l’elevata propensione a creare contenuti in modo attivo, in particolare per quanto riguarda l’uso di MySpace, l’attivazione di propri profili su siti di social networking, il contributo attivo – conclude il docente – a piattaforme quali YouTube e Wikipedia.
Ci sono però anche un altro paio di indicazioni importanti provenienti dallo studio meneghino: la prima è sullo scarso utilizzo del cellulare inteso come strumento di navigazione in internet: se si analizzano le percentuali di studenti che utilizzano il cellulare per controllare la mail (il 6,4%) o per scaricare contenuti (l’11,1%), si può notare come lo strumento cellulare non sia sostanzialmente considerato come uno strumento di accesso al Web. Se invece si considera l’utilizzo del cellulare come mezzo per l’invio di sms ed mms il discorso viene completamente ribaltato: in questo caso, infatti, il primato italiano nell’invenzione, insieme alla Corea e al Giappone, dell’uso degli sms sembra ricevere una sostanziale conferma: il 95% del campione, di fatto, utilizza questa modalità di comunicazione.
La ricerca ha verificato anche la lettura dei libri da parte dei giovani intervistati: nel 2008 è emerso che il 13,5 % degli studenti non leggeva nessun libro, mentre il 48,6% leggeva meno di cinque libri all’anno. Il dato del 2009 ha presentato lievi segnali di miglioramento: la percentuale dei non lettori è calata di quasi 2 punti percentuali, quella dei lettori moderati, ossia di coloro che leggono meno di cinque libri all’anno, di quattro punti, mentre è cresciuta di 6 punti percentuali il numero di studenti che leggono dai 5 ai 10 libri l’anno.
Alessandro Giuliani

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